Gli Stati Uniti costruiranno un molo temporaneo per consegnare gli aiuti a Gaza
Lo ha annunciato il presidente statunitense Joe Biden durante il discorso sullo stato dell'Unione: servirà ad accogliere navi che trasportano cibo, acqua, medicinali e materiali per costruire ripari temporanei
Il presidente statunitense Joe Biden ha annunciato che l’esercito degli Stati Uniti costruirà un molo temporaneo sulla costa della Striscia di Gaza per facilitare la consegna degli aiuti umanitari alla popolazione civile palestinese. Lo ha detto durante il consueto discorso sullo stato dell’Unione, un appuntamento annuale con cui il presidente si rivolge ai parlamentari e al paese per fare il punto sulla sua attività e sulle condizioni della nazione.
La struttura dovrebbe poter accogliere grandi navi che trasportano cibo, acqua, medicinali e materiali per costruire ripari temporanei nella Striscia. Biden ne ha parlato come di una missione di «emergenza» per aiutare la popolazione della Striscia di Gaza, ma ha anche detto che «Israele deve fare la sua parte. […] Deve consentire l’arrivo di più aiuti a Gaza, e garantire che gli operatori umanitari non finiscano nel fuoco incrociato». Secondo funzionari statunitensi citati dalle principali agenzie di stampa internazionali, tra cui Reuters e Associated Press, il porto temporaneo dovrebbe accogliere aiuti inviati dagli Stati Uniti e da altri paesi alleati tramite Cipro, che si trova nel mar Mediterraneo poche centinaia di chilometri a nord della Striscia. Per completarlo ci vorranno alcune settimane.
Biden ha inoltre specificato che non ci saranno soldati statunitensi «sul campo», ma al momento non è chiaro chi gestirà gli aiuti a terra. In base alle informazioni fornite dai funzionari e dai militari statunitensi, la struttura temporanea dovrebbe essere costruita su alcune navi statunitensi e in un secondo momento spostata vicino alla costa, a cui verrebbe collegata tramite una sorta di passerella. Sempre secondo i funzionari citati dai media internazionali, gli Stati Uniti coopereranno sia con paesi europei che con alleati nella regione per fornire fondi e risorse.
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A ormai cinque mesi dai violenti attacchi del gruppo radicale Hamas in territorio israeliano del 7 ottobre 2023, la situazione umanitaria dei circa 2,3 milioni di abitanti della Striscia di Gaza è al collasso.
Le organizzazioni umanitarie segnalano che quasi tutti gli ospedali del territorio non hanno più forniture mediche o carburante per funzionare, e che moltissime persone soffrono la fame da mesi. Nelle ultime settimane l’ingresso degli aiuti umanitari nel territorio si è ridotto in maniera significativa sia perché i varchi aperti ai confini della Striscia continuano a essere solo due (uno verso l’Egitto, a Rafah, e uno verso Israele, a Kerem Shalom), sia per via dei lunghi controlli che Israele fa su ogni camion che entra e per gli attacchi subiti dai convogli umanitari da parte di bande armate che si impossessano degli aiuti.
Dal primo al 27 febbraio a Gaza sono entrati solo 96 camion di aiuti al giorno, il 30 per cento in meno rispetto a quelli entrati a gennaio: prima dell’inizio della guerra tra Israele e Hamas, lo scorso 7 ottobre, ogni giorno ne entravano 500. Secondo i funzionari statunitensi, il porto temporaneo permetterà di aumentare gli aiuti alla popolazione palestinese «di centinaia di carichi aggiuntivi» ogni giorno.
Gli Stati Uniti sono l’alleato più stretto di Israele dal punto di vista politico, economico e delle forniture militari. Subito dopo gli attacchi del 7 ottobre Biden aveva difeso pubblicamente il diritto di Israele di reagire nel modo che riteneva più opportuno, in maniera coerente con la loro tradizionale alleanza. Dalla fine dell’anno però l’approccio della sua amministrazione è visibilmente cambiato: Biden ha parlato di «bombardamenti indiscriminati» da parte di Israele, ha detto che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu «deve cambiare approccio» e ha chiesto a Israele di interessarsi maggiormente a «salvare la vita dei civili» palestinesi.
Sabato, nell’ambito di un piano che prevede di aumentare gli ingressi di aiuti umanitari a Gaza, l’aviazione degli Stati Uniti aveva già cominciato a paracadutare aiuti sulla Striscia in un’operazione congiunta con la Giordania, attirandosi anche qualche critica.