La Guardia costiera italiana non ha voluto farsi carico del corpo di un migrante

Era stato soccorso dall'ong Sea Watch insieme ad altre 50 persone, ma le autorità hanno assegnato alla nave un porto a 1.500 chilometri di distanza

(ANSA/US SEA WATCH)
(ANSA/US SEA WATCH)
Caricamento player

Aggiornamento dell’8 marzo: la Sea Watch 5 è stata autorizzata ad attraccare al porto di Pozzallo, in Sicilia, che ha raggiunto nella notte fra giovedì e venerdì

***

Nella notte tra mercoledì e giovedì, durante un’operazione di soccorso di migranti nel Mediterraneo centrale fatta dall’ong tedesca Sea Watch, la Guardia costiera italiana si è rifiutata di caricare a bordo il corpo di un migrante di 17 anni morto poche ore prima. La Guardia costiera ha detto che la salma dovrà rimanere sulla nave dell’ong insieme a decine di altri migranti, fino al raggiungimento del porto assegnato dalle autorità: quello di Ravenna, a 1.500 chilometri dal luogo del soccorso, ossia circa quattro giorni di navigazione.

La nave di Sea Watch, la Sea Watch 5, non ha celle frigorifere né spazi separati per custodire in modo adeguato una salma: anche per questo Sea Watch ha definito l’ordine ricevuto «disumano». Il ragazzo in questione era morto poche ore dopo la richiesta di soccorso inviata da Sea Watch, a cui la Guardia costiera italiana ha risposto dopo ore.

La vicenda è iniziata mercoledì, quando Sea Watch ha soccorso una barca con a bordo circa 50 migranti. Come molti altri mezzi usati dai migranti l’imbarcazione era precaria, fatta di legno e anche inclinata su un lato. Le persone erano accalcate l’una sull’altra, molte erano disidratate o intossicate e ustionate dal carburante stagnante sul fondo della nave.

Durante l’operazione di soccorso la Sea Watch ha trovato anche un ragazzo di 17 anni che era svenuto sul fondo dell’imbarcazione, dove era rimasto schiacciato dalla calca. Una volta effettuato il soccorso, verso l’ora di pranzo di mercoledì Sea Watch ha inviato una richiesta urgente di soccorso ed evacuazione della nave alle autorità italiane, spiegando che a bordo c’era un diciassettenne privo di sensi e altre quattro persone in condizioni gravi per via delle ustioni e dell’intossicazione da carburante. Nonostante questo, le autorità italiane non hanno inviato nessun soccorso per ore: due ore dopo il ragazzo è morto.

Un ulteriore sviluppo c’è stato nella notte tra mercoledì e giovedì, quando nove ore dopo la richiesta di soccorso inviata da Sea Watch la Guardia costiera italiana ha infine raggiunto la Sea Watch 5. Le quattro persone ferite sono state trasferite su una nave della Guardia costiera e portate a Lampedusa. Le autorità però non hanno fatto sbarcare gli altri migranti e si sono rifiutate di spostare il corpo del diciassettenne, che quindi è rimasto sulla Sea Watch 5.

La nave si trova ancora nel mar Mediterraneo e ha iniziato la sua navigazione verso Ravenna, nonostante ci siano porti più vicini, che permetterebbero uno sbarco in tempi più brevi. Che la nave debba obbligatoriamente andare fino a Ravenna è previsto dal codice di condotta introdotto a dicembre del 2022 dal governo di Giorgia Meloni, che ha reso il lavoro delle ong molto più complicato, vietando per esempio di effettuare più di un soccorso alla volta e obbligandole, come in questo caso, a dirigersi subito verso il porto assegnato.

– Leggi anche: Le nuove regole per il soccorso dei migranti in mare