Oggi ripartirà la marcia di protesta degli agricoltori indiani verso New Delhi, bloccata da settimane
Oggi, mercoledì 6 marzo, ricomincerà la marcia di protesta degli agricoltori indiani verso la capitale New Delhi. Qualche giorno fa le proteste erano state interrotte dagli organizzatori in segno di rispetto per un manifestante morto negli scontri con la polizia. Le proteste erano cominciate a febbraio, quando un grosso gruppo di agricoltori era partito dallo stato del Punjab, a nord ovest di New Delhi, con l’intenzione di raggiungere la capitale. Le trattative fra il governo e gli agricoltori, che chiedono alcune concessioni economiche, sono ripetutamente fallite.
I manifestanti, in gran parte a bordo di carrelli trainati da trattori, erano stati bloccati dalle forze dell’ordine a Shambhu, al confine fra lo stato del Punjab e quello dell’Haryana, a circa 200 chilometri da New Delhi. Manifestanti e poliziotti si fronteggiano da settimane, anche con scontri violenti, e gli agricoltori non sono riusciti ad avanzare verso la capitale: ora gli organizzatori della protesta hanno invitato gli agricoltori a raggiungerla con i mezzi pubblici. Nelle stazioni e nelle strade di New Delhi è stata di conseguenza aumentata molto la sicurezza.
I gruppi degli agricoltori hanno presentato una lista di 21 richieste al governo, fra cui la più importante riguarda i cosiddetti prezzi minimi di sostegno, ossia le tariffe prestabilite alle quali il governo federale acquista i prodotti dagli agricoltori, e che servono a proteggere l’attività di questi ultimi dalle fluttuazioni del mercato. Altre richieste riguardano l’abbassamento dei prezzi della canna da zucchero, l’aumento delle pensioni degli agricoltori e la concessione di alcuni terreni per organizzare un memoriale dedicato ai “martiri” della precedente grande protesta degli agricoltori del 2020, durante la quale morirono decine di persone.
Gli agricoltori indiani formano un blocco elettorale molto influente, e secondo molti analisti il primo ministro indiano Narendra Modi cercherà di assecondare il più possibile le loro richieste per non perdere un appoggio importante in vista delle elezioni presidenziali che si terranno tra aprile e maggio.
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