Biden sta riprovando a fare Biden, sperando che funzioni
Dopo mesi in cui il presidente americano è rimasto isolato e protetto, ora ha iniziato a partecipare a eventi e programmi tv, per rispondere ai crescenti dubbi sulla sua età
In questi primi mesi di campagna elettorale negli Stati Uniti il presidente americano Joe Biden è rimasto piuttosto isolato, ha ridotto i suoi impegni pubblici ed evitato interviste e conferenze stampa. L’idea era di preservarlo da possibili errori e gaffe e dalle conseguenti discussioni sulla sua età avanzata. Quell’approccio non ha funzionato: l’età – Biden ha 81 anni – è diventata il tema centrale della campagna per la rielezione e secondo i sondaggi la maggior parte degli elettori, compresi quelli Democratici, lo considera troppo vecchio per svolgere l’incarico.
Da qualche giorno il comitato elettorale ha quindi cambiato radicalmente approccio: Biden si è fatto vedere più spesso, ha risposto ai giornalisti, ha partecipato a programmi televisivi, ha incontrato in prima persona gli elettori, ha registrato video per TikTok e altri social network, da solo o incontrando noti influencer.
Di fatto, i responsabili della campagna elettorale hanno deciso di riproporre una vecchia strategia di comunicazione che aveva avuto un discreto successo nelle presidenziali del 2020, definita dallo slogan «Let Biden be Biden» («Lascia che Biden sia Biden»). Il presidente è noto per la sua personalità calorosa, e quando può essere sé stesso, dicono i collaboratori che lo hanno accompagnato per buona parte della carriera, carisma e capacità comunicative superano gaffe ed errori. Molti analisti politici suggerivano da tempo una svolta simile, che però porta con sé molti rischi.
A quattro anni di distanza, non è scontato che questa strategia funzioni ancora, né che Biden abbia mantenuto le stesse capacità di far dimenticare le proprie debolezze. Biden ha 81 anni ed è fisicamente più fragile rispetto alla campagna elettorale del 2020, anche se i suoi collaboratori sostengono che non abbia perso lucidità. Bisognerà valutare se un candidato così anziano potrà reggere fisicamente un impegno più costante in campagna elettorale limitando al tempo stesso i rischi di fare gaffe ed errori, com’è successo nelle ultime settimane. E nel frattempo fare il presidente degli Stati Uniti.
Durante la sua presidenza Biden ha fatto meno interviste e ha partecipato a meno conferenze stampa di tutti i suoi predecessori dai tempi di Ronald Reagan, che chiuse il suo secondo mandato a 78 anni, allora l’età più avanzata di sempre di un presidente. Ha per lo più evitato gli impegni in orario serale, quando è più stanco, e ha rifiutato per due volte un classico appuntamento dei presidenti, l’intervista prima del Super Bowl di football, l’evento televisivo più visto nel paese.
Ma negli scorsi giorni, con il cambio di strategia comunicativa, le partecipazioni di Biden a eventi e trasmissioni televisive si sono moltiplicate.
Il presidente ha partecipato al late show di Seth Meyers, un programma comico e di interviste che va in onda dopo mezzanotte (ma è registrato nel pomeriggio), si è mostrato più spesso a diretto contatto con gli elettori, spesso indossando cappellini da baseball e occhiali da sole da aviatore, accessori che aveva usato nella campagna elettorale del 2020. Ha viaggiato più spesso lontano da Washington e ha organizzato incontri privati con cittadini e influencer molto attivi sui social media: è una strategia pianificata per raggiungere un pubblico più giovane e meno facilmente intercettabile attraverso i canali tradizionali. È presto per valutare se avrà effetto, soprattutto in settori dell’elettorato considerati fondamentali come i giovani non bianchi, ma alcuni post hanno raggiunto numeri considerevoli, almeno a livello di diffusione.
Questo approccio più spontaneo può portare in ogni momento a situazioni imbarazzanti: durante la partecipazione al late show Biden è stato portato in una gelateria e si è messo a rispondere ai giornalisti su temi importanti come la crisi nella Striscia di Gaza con un cono gelato in mano. Sempre con il gelato si è sbilanciato sul raggiungimento imminente di un cessate il fuoco, dichiarazione dimostratasi poi azzardata. Nei giorni seguenti ha commesso qualche altra gaffe, ad esempio parlando dallo Studio Ovale di aiuti «paracadutati in Ucraina» (invece che a Gaza). Il suo comitato elettorale però ha anche cominciato a mandare in onda spot con gli errori del rivale Trump, che durante i comizi è spesso confuso, fa lapsus e pronuncia frasi sconclusionate.
L’amministrazione Biden nega che il cambio di strategia comunicativa sia dettato dalle preoccupazioni crescenti dell’elettorato sull’età del presidente. Definisce la maggiore visibilità pubblica una normale conseguenza del fatto che si avvicinano le elezioni. I suoi collaboratori si dicono convinti che l’età smetterà di essere una questione centrale una volta che ufficialmente le elezioni diventeranno una scelta fra Biden e Trump (anche perché il rivale è solo di quattro anni più giovane).
Ma la decisione di “lasciare che Biden sia Biden” sarebbe stata anche una scelta personale dello stesso presidente e della famiglia, convinti che possa dare ancora risultati positivi. In più, come ha detto al New York Times John Morgan, un finanziatore della campagna, non sarebbe politicamente un buon messaggio se «qualcuno potesse pensare che Joe Biden non stia facendo quello che Joe Biden vorrebbe fare, in ogni singola giornata».
Il prossimo appuntamento pubblico del presidente sarà giovedì, e sarà tanto importante quanto istituzionale. È il discorso sullo “stato dell’Unione”, con cui il presidente annualmente si rivolge al Congresso e al paese per fare il punto sulla sua attività e sulle condizioni della nazione. Sarà l’ultimo del suo mandato, e Biden vorrà utilizzarlo per ricordare agli elettori i risultati positivi ottenuti in vari ambiti, soprattutto economici. Ma sarà molto osservato anche per verificare eventuali errori o esitazioni.
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