I quattro film preferiti di Letterboxd
Un po' di risposte di attori e registi famosi alla difficilissima domanda del social network di cinema
Da un po’ di tempo Letterboxd, un social network di consigli e recensioni di film, sta raccogliendo una gran popolarità, pur esistendo da oltre dieci anni: si è diffuso molto tra i giovani, che ne apprezzano l’essenzialità e la possibilità di compilare liste tematiche, ed è arrivato ad avere oltre 10 milioni di iscritti, molti dei quali attori e registi famosi, i cui profili sono i più seguiti e commentati. Negli ultimi mesi il piccolo staff del sito è diventato una presenza assidua anche sui red carpet dei festival di cinema e alle anteprime dei nuovi film, dove gira brevi interviste che pubblica regolarmente sui social. Spesso chiedendo ad attori e registi famosi di rispondere alla domanda che il sito fa a chiunque si iscriva: “quali sono i tuoi quattro film preferiti?”.
Le liste di film preferiti dei registi famosi sono un genere letterario, e alcune, come quelle di Stanley Kubrick o di Quentin Tarantino, sono particolarmente conosciute. Letterboxd fa la domanda bruciapelo, cosa che spesso mette in crisi chi deve rispondere: scegliere velocemente i quattro film che si amano di più non è infatti un esercizio semplice, specialmente per chi di film ne ha visti e amati tanti, com’è probabile nel caso di chi lavora nel cinema. Spesso, attori o registi mettono le mani avanti dicendo che dare una risposta ragionata è impossibile, o che possono semmai dirne quattro molto belli che hanno visto di recente, o ancora che la lista dei propri quattro film preferiti cambia di giorno in giorno.
Ma poi quasi tutti rispondono, e il fatto che debbano sceglierli così in fretta rende queste liste apparentemente sincere, istintive, senza i filtri che talvolta emergono quando si fanno esercizi simili, se l’intervistato ritiene di dover dare una certa impressione di sé e dei propri gusti attraverso la selezione. Sapere quali sono i primi quattro film che vengono in mente a un attore o un regista famoso che deve rispondere a una domanda simile è interessante per scoprire qualcosa in più su di loro e sul cinema che amano, e talvolta permette anche di scoprire titoli meno conosciuti che vale la pena recuperare. Qualcuno argomenta, si sforza di individuare film tra i più importanti della storia del cinema, ma molti altri li scelgono per motivi strettamente personali, spesso legati al momento in cui li videro e all’influenza che ebbero sulla loro formazione professionale.
Denis Villeneuve, il regista canadese di Dune e di Arrival, tra i più importanti e stimati degli ultimi dieci anni, ha scelto come primo film quello che è di gran lunga il più citato di tutti, nelle interviste di Letterboxd: 2001: Odissea nello spazio (1968) di Stanley Kubrick, «un film perfetto per molte ragioni». Poi ha detto Apocalypse Now (1979) di Francis Ford Coppola, «probabilmente quello che ho guardato di più in vita mia», poi Persona (1966) di Ingmar Bergman, regista che gli provocò un «terremoto interiore» quando lo scoprì, ventenne. Come altri, ha poi barato, scegliendone altri due, arrivando a cinque totali: Blade Runner (1982), film di cui diresse un sequel nel 2017, e Incontri ravvicinati del terzo tipo (1977) di Steven Spielberg.
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Emma Stone, di recente protagonista di Povere creature! di Yorgos Lanthimos, ha scelto invece Luci della città (1931) di Charlie Chaplin come suo film preferito di tutti i tempi. Poi ha detto Quinto potere (1976) di Sidney Lumet, Mikey e Nicky (1976) di Elaine May, grande comica, sceneggiatrice e autrice teatrale, un poliziesco con protagonisti Peter Falk e John Cassavetes che Stone aveva visto appena due settimane prima dell’intervista. E infine Fuoco ragazza mia! (1967) di Milos Forman, una satira del comunismo cecoslovacco ambientata durante il ballo di un’associazione dei pompieri di provincia.
Forse ad aver consigliato a Stone di vedere Mikey e Nicky era stato Benny Safdie, regista e attore di culto di questi anni assieme a suo fratello Josh, che ha lavorato con lei di recente per la serie televisiva The Curse. Anche Benny Safdie infatti ha citato Mikey e Nicky tra i suoi quattro film preferiti, a cui ha aggiunto La vita è meravigliosa (1946) di Frank Capra; Un condannato a morte è fuggito (1956) di Robert Bresson, sulla fuga di un partigiano francese da una prigione nazista; Ladri di biciclette (1948) di Vittorio De Sica; e infine – anche lui barando, con cinque titoli – Sherman’s March (1985), un documentario che Ross McElwee girò mischiando la propria tormentata vita sentimentale e il progetto di girare un documentario sulla Guerra civile americana.
Suo fratello Josh Safdie ha invece scelto: L’uomo che uccise Liberty Valance (1962), western di John Ford con James Stewart e John Wayne; Close Up (1990), il film nel quale il regista iraniano Abbas Kiarostami raccontò il processo di un uomo accusato di essersi finto il regista Mohsen Makhmalbaf; The Saving of the President (1982), un poco noto cortometraggio documentario su come le persone coinvolte nel soccorso del presidente americano Ronald Reagan dopo l’attentato che subì reinterpretarono gli avvenimenti di quel giorno; e Una faccia piena di pugni (1962) di Ralph Nelson, film di pugilato tratto da un omonimo sceneggiato televisivo.
Nella sua intervista, Nicolas Cage si è dilungato parecchio a raccontare perché i suoi film preferiti sono proprio quei quattro. Giulietta degli spiriti (1965) di Federico Fellini, perché lo vide proiettato da suo padre a cinque anni e rimase sbalordito dai colori; I 400 colpi (1959) di François Truffaut, visto anche questo quando era piccolo, senza riuscire poi a togliersi dalla testa la scena finale sulla spiaggia; 2001: Odissea nello spazio, di nuovo visto da bambino, a 4 anni in un drive in; e Quarto potere (1941), che pensa ancora sia il miglior film della storia oltre cinquant’anni dopo averlo visto per la prima volta.
I quattro film scelti da Julia Roberts sono invece Appuntamento a Belleville (2003), film di animazione franco-belga-canadese di avventura che si fece notare molto una ventina di anni fa; Perdutamente tua (1942) con Bette Davis; Le avventure di Milo e Otis (1986), film giapponese con protagonisti un cane e un gatto; e The Fall (2006), un film fantastico ambientato a Los Angeles nei primi del Novecento. George Clooney ha scelto Tutti gli uomini del presidente (1976), Quinto potere (1976), Il padrino (1972) e A prova di errore (1964), film di guerra di Sidney Lumet con Henry Fonda.
Emerald Fennell, la regista di Saltburn, ha citato invece Cruel Intentions – Prima regola non innamorarsi (1999), famoso film di storie sentimentali e sessuali tra adolescenti dell’alta borghesia newyorkese, adattamento del romanzo epistolare Le relazioni pericolose. Poi The Innocents (2021), un thriller soprannaturale scandinavo, Shining (1980) di Stanley Kubrick e Psycho (1960) di Alfred Hitchcock. Matteo Garrone, regista italiano di Io capitano, ha invece scelto Paisà (1946) di Roberto Rossellini; 8½ (1963) di Federico Fellini; L’Atalante (1934), l’unico lungometraggio del regista francese Jean Vigo, morto a 29 anni; e Andrei Rublev (1966) di Andrej Tarkovskij.
Andrew Scott, attore irlandese famoso per Fleabag, Sherlock e più di recente per Estranei, ha scelto E.T. l’extra-terrestre (1982) di Steven Spielberg, Viaggio in Inghilterra (1993) di Richard Attenborough, per l’interpretazione di Anthony Hopkins, L’aereo più pazzo del mondo (1980), per metterci una commedia che potrebbe riguardare all’infinito, e 45 anni (2015) con Charlotte Rampling e Tom Courtenay. Paul Mescal, attore tra i più lanciati di questi anni, co-protagonista di Estranei, ha detto che i suoi sono Blue Valentine (2010) con Ryan Gosling e Michelle Williams, Quel che resta del giorno (1993) di James Ivory, tratto da un romanzo di Kazuo Ishiguro e con Anthony Hopkins («penso che sia semplicemente il più grande di tutti»), poi Manchester by the Sea (2016) e Re per una notte (1983) di Martin Scorsese, con Robert De Niro e Jerry Lewis.
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A Wim Wenders e Koji Yakusho, regista e protagonista di Perfect Days, girato a Tokyo, Letterboxd ha chiesto invece di scegliere solo film giapponesi. Yakusho ha scelto Barbarossa (1965) di Akira Kurosawa, Nascondino pastorale (1974) di Shūji Terayama, Kazoku Gēmu (1983) di Yoshimitsu Morita e Perfect Days (2023). Wenders invece ha scelto Vivere (1952) di Akira Kurosawa, l’intera filmografia di Yasujirō Ozu («un unico grande lavoro»), regista a cui dedicò il documentario Tokyo-Ga, La donna di sabbia (1964) di Hiroshi Teshigahara, film surrealista che fu premiato al festival di Cannes, e Drive My Car (2021).
Tom Hanks è un altro di quelli che hanno messo tra i loro film preferiti 2001: Odissea nello spazio, lui assieme a I migliori anni della nostra vita (1946), per come racconta la generazione americana che visse la Seconda guerra mondiale, Tutti per uno (1964), cioè il film dei Beatles più noto come A Hard Day’s Night, e Un uomo da marciapiede (1969) di John Schlesinger con Dustin Hoffman e Jon Voight, tra i capolavori della New Hollywood. Lo ha scelto anche Cillian Murphy, protagonista di Oppenheimer, che per rispondere a Letterboxd ha deciso di citare quattro grandi film che ha rivisto di recente con i figli. Gli altri tre sono L’odio (1995), Apocalypse Now e Il grande Lebowski (1998) dei fratelli Coen.
Lily Gladstone, protagonista di Killers of the Flower Moon di Martin Scorsese, ha scelto Willow (1988) di Ron Howard, Oltre il giardino (1979) con Peter Sellers, Shirley MacLaine e Melvyn Douglas, Il ladro di orchidee (2002) di Spike Jonze e Vero come la finzione (2006). I preferiti di Keanu Reeves sono invece Eraserhead – La mente che cancella (1977) di David Lynch, Guerre stellari (1977) di George Lucas, Il padrino (1972) di Francis Ford Coppola e Serpico (1973) di Sidney Lumet, con Al Pacino. Il padrino, sia la prima parte che la seconda, è anche tra i preferiti di Matt Damon, assieme a Prima di mezzanotte (1988) con Robert De Niro, Pulp Fiction (1994) – che Damon vide il giorno della prima a Los Angeles, e fu una grande dimostrazione di ciò che può succedere in un cinema – e Lo squalo (1975).
Ad aver messo 2001: Odissea nello spazio tra i suoi film preferiti è stato anche il regista Michael Mann, insieme a La corazzata Potëmkin (1925) di Sergej Ėjzenštejn, Giungla d’asfalto (1950), celebre noir di John Huston, e Avatar (2009) di James Cameron. L’attrice Jennifer Lawrence invece ha citato Jurassic Park (1993), Il diario di Bridget Jones (2001), Orgoglio e pregiudizio (2005) e Il lungo addio (1973), noir di Robert Altman ispirato all’omonimo romanzo di Raymond Chandler. Scarlett Johansson ha scelto La signora mia zia (1958), Ricomincio da capo (1993), Priscilla – La regina del deserto (1994) e Terminator 2 – Il giorno del giudizio (1991). I quattro film preferiti di Ethan Hawke invece sono Fa’ la cosa giusta (1989) di Spike Lee, Paris, Texas (1984) di Wim Wenders, Reds (1981) di Warren Beatty e All that Jazz – Lo spettacolo comincia (1979) di Bob Fosse.
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