Migliaia di migranti sono bloccati in Colombia dopo l’arresto di due capitani delle navi che li portano verso nord
Le autorità colombiane hanno arrestato due capitani di navi che trasportano migranti attraverso un piccolo golfo sulla costa colombiana lungo la rotta verso gli Stati Uniti. Dopo l’attraversamento in nave, i migranti proseguono a piedi attraverso la pericolosa giungla di Darién che divide la Colombia da Panama, e poi verso gli Stati Uniti. Per protesta le compagnie di navigazione delle navi hanno interrotto i trasporti: migliaia di migranti sono rimasti bloccati nelle due città sulla costa colombiana da cui solitamente partono i traghetti che dopo un breve tratto di mare arrivano alla partenza dei sentieri per la giungla, irraggiungibile con mezzi di terra.
Secondo le autorità colombiane la situazione nelle città di Turbo o Necoclí, dove sono bloccati i migranti, potrebbe portare al collasso «il sistema sanitario e l’approvvigionamento di cibo, fra le altre cose». Il golfo di Urabá separa le due città da Capurganá, la località da cui parte la maggior parte dei sentieri per la giungla. Secondo le autorità colombiane le compagnie di navigazione turistiche per cui lavoravano i capitani arrestati erano in realtà coperture per la tratta di esseri umani. Solitamente viene chiesto l’equivalente di centinaia di euro per viaggi di qualche decina di chilometri in condizioni molto precarie.
Negli ultimi anni il numero di migranti che cercano di arrivare negli Stati Uniti partendo dal Sud America e attraversando a piedi la giungla di Darién (dove non esistono strade) è cresciuto moltissimo: si stima che nel 2023 l’abbiano attraversata 520mila persone. Molte provengono dal Venezuela o da altri paesi sudamericani, ma altre arrivano in America del Sud dall’Asia o dall’Africa. Ai pericoli dell’attraversamento a piedi della giungla si aggiungono quelli delle bande criminali che controllano il territorio e richiedono di essere pagate per accompagnare i migranti nella giungla. Nel 2023 decine di persone sono morte durante l’attraversamento e centinaia hanno subito violenze, anche sessuali.
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