La Corte Suprema statunitense deciderà sull’immunità per Donald Trump
Per il caso che riguarda l’attacco al Congresso del gennaio 2021 e il tentativo di sovvertire l’esito delle elezioni del 2020: l'inizio del processo a carico dell'ex presidente verrà quindi ritardato
La Corte Suprema degli Stati Uniti ha accettato di esaminare la richiesta dell’ex presidente Donald Trump di riconoscergli l’immunità giudiziaria nel processo federale in cui è coinvolto con l’accusa di aver cercato di sovvertire il risultato delle elezioni presidenziali del 2020, perse contro Joe Biden. La Corte Suprema comincerà a esaminare il caso il 22 aprile, e probabilmente una decisione non arriverà prima di giugno o luglio.
È un fatto molto importante per Trump, perché l’inizio del processo era previsto per marzo: la decisione della Corte Suprema lo ritarderà, lasciando quindi a Trump la possibilità di proseguire indisturbato la campagna elettorale per le primarie dei Repubblicani.
Il caso per cui Trump aveva chiesto l’immunità riguarda l’assalto al Congresso del 6 gennaio del 2021 da parte di alcuni suoi sostenitori, e altri presunti tentativi di Trump di modificare il risultato delle elezioni del 2020. A dicembre una giudice federale aveva respinto la richiesta per l’immunità di Trump e i suoi legali avevano fatto appello. Al di là delle singole accuse, i suoi avvocati sostengono che al tempo Trump godesse dell’immunità presidenziale – un tema su cui negli Stati Uniti i giuristi discutono da decenni – e che quindi non possa essere processato per presunti reati commessi mentre era in carica come presidente.
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I presidenti statunitensi godono di alcune forme di immunità giudiziaria, ma non ci sono precedenti che attestino se questa immunità si possa estendere anche ai processi penali: Trump è il primo presidente della storia a essere stato incriminato. La strategia della sua difesa prevede di stabilire che di fatto il presidente possa godere di una “immunità assoluta”, che lo protegge da qualsiasi procedimento per gli atti commessi mentre è in carica.
Trump è attualmente il favorito alle primarie del Partito Repubblicano, e quindi quasi sicuramente affronterà l’attuale presidente Democratico Joe Biden alle prossime elezioni presidenziali, a novembre. È imputato per 91 capi di accusa in quattro diversi processi, incluso quello per l’assalto al Congresso.
Il primo è il procedimento avviato dalla procura di Manhattan per un pagamento in favore dell’attrice di film porno Stormy Daniels, mentre il secondo riguarda l’accusa di aver conservato alcuni documenti governativi riservati nella propria villa di Mar-a-Lago, in Florida. La terza incriminazione, la più grave e quella che prevede le pene massime più pesanti, è appunto quella federale che riguarda l’attacco al Congresso del gennaio 2021 e il tentativo di sovvertire l’esito delle elezioni presidenziali del 2020, vinte da Biden. Trump inoltre è incriminato in Georgia con l’accusa di aver tentato di cambiare i risultati ufficiali delle elezioni presidenziali del 2020 nello stato, al fine di ribaltarne il risultato generale.
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