L’indagine per truffa su un’università online che ha dato titoli senza valore in Italia
Il "Dipartimento Jean Monnet" fa lezione esclusivamente online con percorsi accademici sanitari, però non risulta accreditato al ministero italiano
La procura di Palermo ha aperto un’inchiesta per truffa sul “Dipartimento tecnico-scientifico di studi europei Jean Monnet”, un’università che fa lezione esclusivamente online e che ha rilasciato lauree e titoli di studio in professioni sanitarie non riconosciuti in Italia. L’università non risulta infatti accreditata dal ministero dell’Università e della Ricerca come istituzione estera operante in Italia. L’inchiesta della procura di Palermo è stata aperta dopo che alcuni studenti che ritengono di essere stati truffati avevano presentato denuncia alla Guardia di Finanza.
A parlare del caso è stato per primo il 22 febbraio il quotidiano Repubblica che aveva intervistato Salvatore Messina, un professore di Palermo che si era presentato come «rettore per le attività internazionali» del “Dipartimento tecnico-scientifico di studi europei Jean Monnet”, dipartimento che avrebbe operato finora in convenzione con l’ateneo di Gorazde, in Bosnia-Erzegovina.
Il ministero dell’Università e della Ricerca italiano, con una nota ufficiale, ha fatto però sapere che «a seguito di approfondimenti è risultato che tale istituzione ha goduto fino a settembre 2023 di un accreditamento da parte delle competenti autorità bosniache e che tale accreditamento è venuto meno il 7 settembre 2023». Il ministero dice anche di non aver mai «autorizzato l’università di Gorazde a operare in Italia». E dunque i titoli rilasciati ai suoi studenti «non hanno alcun valore né ai fini accademici né ai fini professionali: tali titoli non sono riconosciuti né da altro ateneo né da altra autorità pubblica».
Repubblica scrive che nell’anno 2022-2023 gli iscritti a questa “università” erano 250, che le rette andavano dai 6.500 ai 20mila euro l’anno e che i circa cento studenti che si sono “laureati” lì in Fisioterapia, Infermieristica e Osteopatia non hanno poi potuto iscriversi agli ordini professionali. Repubblica dice anche che gli studenti non hanno mai firmato alcun contratto con l’università di Gorazde né con il “Dipartimento Jean Monnet”, ma con una società svizzera.
Sulla vicenda, che al momento è molto intricata, è intervenuto anche Mohammad Khamis, cittadino statunitense che si è qualificato come proprietario dell’università bosniaca di Gorazde: ha accusato Salvatore Messina di aver utilizzato il logo di Gorazde e altri materiali dell’ateneo senza averne il diritto e l’autorità. Khamis sostiene poi che Messina avrebbe inviato al ministero dell’Istruzione del cantone (una sorta di regione che compone la federazione della Bosnia-Erzegovina) in cui ricade Gorazde la richiesta di creare una nuova università con lo stesso nome e timbro della Gorazde e che il ministero avrebbe rifiutato la sua richiesta, denunciandolo alle autorità per informazioni false e fuorvianti. Sulla vicenda sta indagando anche l’Agenzia investigativa della Bosnia-Erzegovina (SIPA).
Le prime denunce presentate in Italia alla Guardia di Finanza parlano di pagamenti fatti con bonifici verso diversi paesi esteri e che ora nell’inchiesta dovranno essere tracciati.
Tra i docenti dell’università ci sono anche professionisti piuttosto noti in Sicilia come il presidente dell’Ordine dei medici di Palermo Toti Amato. Il “Dipartimento Jean Monnet” vantava infine collaborazioni con le aziende sanitarie provinciali siciliane e con ospedali pubblici e privati, dove gli studenti avrebbero fatto tirocini ed esami pratici. Se oggi si apre il sito del “Dipartimento Jean Monnet” si legge che viste le informazioni giornalistiche pubblicate su Repubblica e dopo la diffida del ministero «le attività sono sospese fino a quando non verrà chiarita la regolarità delle azioni svolte».