In Uzbekistan 23 persone sono state condannate per aver distribuito sciroppi che avrebbero provocato la morte di 68 minori
Un tribunale di Tashkent, in Uzbekistan, ha condannato a pene che vanno da uno a vent’anni di carcere 23 persone accusate di aver distribuito due sciroppi che avrebbero provocato la morte di 68 bambine e bambini nel paese. Le persone condannate sono dirigenti dell’azienda uzbeka che distribuisce gli sciroppi e funzionari o ex funzionari coinvolti nell’importazione dei medicinali in Uzbekistan: sono state giudicate colpevoli di vendita di medicinali contraffatti o al di sotto degli standard di legge, abuso d’ufficio, evasione fiscale, negligenza, contraffazione e corruzione.
Nel gennaio del 2023 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) aveva emesso un’allerta per due sciroppi per la tosse prodotti dall’azienda indiana Marion Biotech e distribuiti anche in Uzbekistan dalla Quramax Medical. Secondo l’OMS i due farmaci, commercializzati come Ambronol e Dok-1 Max, contenevano quantità inaccettabili di glicole dietilenico ed etilenico, due composti che se ingeriti possono provocare danni di vario tipo, anche fatali. Secondo la procura del paese, la morte dei bambini poteva essere stata provocata proprio dal consumo di questi sciroppi contaminati. Casi simili, che coinvolgevano altre case farmaceutiche, c’erano stati sia in Gambia che in Indonesia.
La sentenza più lunga, di vent’anni, è stata assegnata a uno dei dirigenti della Quramax Medical. Il tribunale uzbeko ha anche stabilito che ciascuna delle famiglie dei minori morti dovrà ricevere l’equivalente di circa 74mila euro come risarcimento.