Il centrosinistra ha vinto le elezioni regionali in Sardegna
Alessandra Todde, sostenuta da M5S e PD, ha superato di poche migliaia di voti il candidato della destra Paolo Truzzu: sarà la prima donna presidente della regione
La candidata di centrosinistra Alessandra Todde ha vinto le elezioni regionali in Sardegna: lo ha annunciato lei stessa con un breve commento ai giornalisti nella notte, dopo una giornata in cui lo spoglio dei voti è andato molto a rilento. Todde, sostenuta soprattutto da Movimento 5 Stelle e Partito Democratico, ha staccato di poche migliaia di voti Paolo Truzzu, sindaco uscente di Cagliari e sostenuto dalla coalizione di destra al governo nazionale. Quando sono state scrutinate 1825 sezioni su 1844 Todde è al 45,4 per cento e Truzzu è al 45. Non era previsto ballottaggio: diventava presidente chi prendeva più voti. Todde sarà la prima donna presidente della Sardegna.
Renato Soru, candidato come indipendente e sostenuto dai centristi di Azione e Italia Viva, da +Europa e altri movimenti locali più piccoli di sinistra, ha preso l’8,7 per cento. Lucia Chessa, indipendente di sinistra sostenuta dalla sola lista Sardegna R-esiste, è intorno all’1 per cento. Nessuno dei due quindi entrerà in consiglio regionale: per la legge elettorale sarda le coalizioni che non raggiungono il 10 per cento non accedono alla ripartizione dei 60 seggi che compongono il consiglio, così come le singole liste che non arrivano al 5 per cento.
L’affluenza è stata del 52,4 per cento, in leggero calo rispetto al 53,09 delle ultime regionali di cinque anni fa. Ha votato quindi circa la metà delle persone che ne avevano diritto.
Todde è deputata ed è un’importante dirigente del Movimento 5 Stelle: sarà la prima presidente di regione espressa dal partito. La sua vittoria in Sardegna è considerata importante anche a livello nazionale perché è la prima del cosiddetto “campo largo” – come viene chiamata l’alleanza tra PD e M5S – da quando Elly Schlein è la segretaria del PD: Schlein ha sempre sostenuto la necessità di questa alleanza per poter competere con la coalizione di destra, che non perdeva un’elezione regionale dal 2020. È inoltre la prima volta dal 2015 che il centrosinistra riesce a vincere in una regione governata dalla destra (l’ultimo era stato Vincenzo De Luca del PD in Campania).
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Oltre a M5S e PD Todde era sostenuta dall’Alleanza Verdi e Sinistra e da diverse altre liste più piccole nell’area del centrosinistra. Truzzu, che fa parte di Fratelli d’Italia, oltre che dal suo partito era sostenuto da Lega, Forza Italia e una serie di altre liste locali e autonomiste, che in alcuni casi sono andate meglio dei partiti nazionali. Soru è un noto imprenditore ed è già stato presidente della Sardegna dal 2004 al 2009, ma in quell’occasione fu sostenuto dal PD (e per questo la sua candidatura è stata accompagnata da diversi malumori interni al centrosinistra).
È previsto un premio di maggioranza per la coalizione di centrosinistra che ha vinto le elezioni: visto che Todde ha preso più del 40 per cento dei voti, la sua coalizione avrà il 60 per cento dei seggi in consiglio regionale (se invece il vincitore avesse preso tra il 25 e il 40 per cento dei voti la sua coalizione avrebbe ottenuto il 55 per cento dei seggi).
Lo spoglio dei voti è cominciato solo lunedì mattina alle 7, e non alla chiusura dei seggi domenica sera come solitamente avviene in questi casi. È andato molto a rilento e non è stato possibile annunciare la vincitrice fino a tarda notte per via della poca distanza tra i due candidati principali. Non è comunque un fatto del tutto sorprendente, visti i precedenti della Sardegna: alle regionali del 2019 ci volle un giorno intero dalla chiusura dei seggi per arrivare a dichiarare il vincitore (Christian Solinas, sostenuto dalla destra) e quasi un mese per la proclamazione ufficiale di tutti i sessanta eletti in consiglio regionale.