Il governo della Corea del Sud ha detto che da marzo sanzionerà i medici ancora in sciopero
Il ministro dell’Interno della Corea del Sud ha detto che i medici e i tirocinanti, in sciopero da giorni, che non torneranno al lavoro l’1 marzo saranno puniti con una sospensione di almeno tre mesi della loro licenza medica e con altre azioni legali. È il tentativo più deciso del governo per limitare il grosso sciopero dei medici iniziato martedì scorso contro la proposta di aumentare il numero di posti nelle scuole di medicina del paese.
I tirocinanti svolgono un ruolo centrale nei pronto soccorso, nelle unità di terapia intensiva e nelle sale operatorie dei grandi ospedali, che sono state particolarmente colpite dallo sciopero. La loro assenza sta avendo un forte impatto anche sui grossi ospedali universitari, alcuni dei quali sono stati costretti a cancellare fino al 50 per cento delle operazioni e a respingere i pazienti con necessità di cure di emergenza.
La Corea del Sud è uno dei paesi sviluppati con il più basso numero di medici in rapporto alla popolazione. Dato il rapido invecchiamento della popolazione, fra qualche anno è previsto che la carenza di medici peggiorerà ulteriormente: il piano del governo serve a limitare proprio questa eventualità, soprattutto nelle aree più periferiche del paese e nei settori essenziali dell’assistenza sanitaria. Prevede che i posti nelle facoltà di medicina salgano dai 3mila attuali a 5mila a partire dal prossimo anno accademico, e di continuare ad aumentare gradualmente le ammissioni fino al 2035.
Secondo i sondaggi la gran parte della popolazione sostiene questo piano, mentre molti professionisti sanitari sono contrari: hanno chiesto aumenti di stipendio e più assunzioni di medici già formati, e non di tirocinanti, per migliorare le loro condizioni di lavoro molto pesanti.
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