Anche il Portogallo ha il suo partito di estrema destra in ascesa: si chiama Chega
Fu fondato cinque anni fa da André Ventura, è nazionalista, populista, euroscettico e ultraconservatore: i sondaggi in vista delle elezioni del 10 marzo lo danno quasi al 20%
In Portogallo è iniziata la campagna elettorale che precede le elezioni generali che si terranno il 10 marzo: sono elezioni anticipate, annunciate a inizio novembre dopo le dimissioni del primo ministro uscente, il Socialista António Costa, in seguito alla notizia del suo coinvolgimento in un’indagine per corruzione. Tra i temi già molto discussi c’è l’ascesa di Chega, partito di estrema destra in crescita negli ultimi anni e che secondo i sondaggi potrebbe ottenere circa il 19% dei voti; i due principali partiti portoghesi, il Partito socialista ora guidato dall’ex ministro delle Infrastrutture Pedro Nuno Santos e il Partito socialdemocratico (di centrodestra) guidato da Luís Montenegro sono dati entrambi al 29%.
Chega, che in portoghese significa “basta”, fu fondato nel 2019 da André Ventura, un ex esponente del Partito Socialdemocratico. Ventura, 41 anni, da adolescente voleva diventare un prete, poi abbandonò il seminario continuando però a dire di ispirarsi a San Paolo e sostenendo che Dio gli avesse affidato la missione di trasformare il Portogallo. Prima di entrare in politica, lavorò all’agenzia delle entrate e divenne piuttosto famoso come commentatore di calcio. Chega ruota molto attorno alla sua figura, tanto che la Corte Costituzionale portoghese ha più volte respinto lo statuto del partito sostenendo che concentrasse eccessivamente il potere nelle mani del presidente.
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Chega si presentò per la prima volta alle elezioni in occasione delle europee del 2019, quando insieme ad altri partiti ottenne l’1,6% dei voti e nessun seggio. Alle legislative portoghesi dello stesso anno prese l’1,3% e l’unico seggio guadagnato fu assegnato a Ventura, eletto nella circoscrizione di Lisbona. Nel 2022 il partito passò al 7,3% (e a dodici seggi). Oggi, in differenti sondaggi, risulta tra il 16 e il 19%.
Nazionalista, ultra conservatore e populista (si presenta come la «voce del popolo»), Chega ha fatto della lotta alla corruzione uno dei suoi temi principali: «Il Portogallo ha bisogno di essere ripulito», si legge in uno dei manifesti elettorali. Parla spesso di criminalità, decoro, sicurezza, di riduzione delle tasse e denuncia l’eccesso di personale nella pubblica amministrazione e l’eccessivo peso della burocrazia. Vuole rafforzare le forze di polizia portoghesi (ha proposto pene detentive da due a cinque anni per coloro che filmano la polizia), difende l’ergastolo, la pena di morte, la castrazione chimica per gli stupratori recidivi e ha posizioni dure nei confronti di quella che definisce immigrazione clandestina, proponendo un rafforzamento dei controlli alle frontiere, l’espulsione delle persone migranti con precedenti penali o di coloro che sono economicamente inattivi.
In Portogallo, a differenza di molti stati europei, l’estrema destra non è riuscita finora ad avere un grande impatto. Ma le elezioni anticipate del 10 marzo si terranno in un momento di diffuso malcontento verso i principali partiti di centrosinistra e di centrodestra causato soprattutto da diversi scandali per corruzione. La crisi immobiliare, i salari bassi e i servizi sanitari pubblici inaffidabili sono altre questioni che secondo gli analisti potrebbero favorire l’estrema destra.
Come ha spiegato qualche tempo fa ad Al Jazeera Marina Costa, ricercatrice all’Istituto di Scienze Sociali dell’Università di Lisbona, a tutte queste ragioni va aggiunto il fatto che «l’aver ottenuto una rappresentanza parlamentare» ha legittimato la retorica di André Ventura, e che i media del paese hanno dato molto spazio al suo partito «per il sensazionalismo e l’atteggiamento aggressivo dimostrato».
Il partito dice infatti di essere un forte sostenitore della “civiltà occidentale” e si è espresso spesso contro l’Islam e contro le persone di etnia rom (Ventura è stato anche più volte multato dalla commissione portoghese per l’Uguaglianza e contro la Discriminazione Razziale per i suoi commenti). Ventura ha parlato in diverse occasioni della «sostituzione etnica», una nota teoria del complotto razzista e molto usata dall’estrema destra internazionale secondo cui esisterebbe una cospirazione globale per sostituire i bianchi con persone di altre etnie. Ha sostenuto anche che sia in corso un complotto per distruggere la civiltà europea imponendo una cultura pro-LGBTQ+ alla società, e ha citato più volte l’esistenza della cosiddetta “ideologia gender”, un presunto complotto per la distruzione della cosiddetta famiglia tradizionale e per confondere la sessualità dei bambini e delle bambine.
Ventura ha inoltre detto che se venisse eletto primo ministro del Portogallo non rappresenterebbe tutti i cittadini, ma solo i «portoghesi buoni», riferendosi a coloro che non vivono di sussidi statali.
Negli ultimi anni diversi esponenti di Chega sono finiti sulle prime pagine dei giornali portoghesi per le loro posizioni molto controverse: sono stati accusati di aver fatto il saluto nazista e criticati per aver proposto di rimuovere le ovaie alle donne che hanno abortito. Il partito è stato inoltre contestato per aver riutilizzato il motto del dittatore portoghese António de Oliveira Salazar, cioè “Deus, Pátria, Família” (Dio, Patria, Famiglia) e per avere al suo interno dei diretti sostenitori dello stesso Salazar.
La posizione di Chega sull’Unione Europea viene definita euroscettica. Il partito pensa che il Portogallo dovrebbe avere maggiori margini di manovra rispetto all’Unione e sostiene l’idea di «un’Europa di nazioni sovrane» unite dalle «comuni radici greco-romane e giudaico-cristiane».
In vista delle prossime elezioni Luís Montenegro, leader del Partito socialdemocratico, ha creato una coalizione elettorale, Alleanza democratica (AD), con due partiti di destra attualmente non rappresentati in parlamento: il Centro democratico sociale-Partito popolare (CDS-PP) e il Partito monarchico (PPM). La coalizione resterà valida anche per le europee e alle recenti elezioni regionali delle Azzorre è risultata la più votata. Montenegro ha finora escluso qualsiasi coalizione futura che includa Chega, ma alcuni analisti sono scettici sul fatto che, dopo otto anni all’opposizione, il centrodestra manterrà un impegno di questo tipo se si troverà ad aver bisogno dei voti di quel partito per ottenere la maggioranza.
Lunedì 19 febbraio, durante un dibattito televisivo tra i leader dei principali partiti che si presenteranno alle elezioni, Pedro Nuno Santos dei Socialisti ha fatto un annuncio che potrebbe impedire l’arrivo di Chega al governo. Ha detto cioè che non si opporrà a un ipotetico futuro governo di minoranza di centrodestra se Alleanza democratica otterrà più voti dei Socialisti: «Se non vincerà le elezioni, il PS non presenterà una mozione di censura né renderà valida una mozione di censura contro una vittoria dell’AD».