La prima intervista di Chiara Ferragni dal guaio dei pandori Balocco
Al Corriere della Sera ha parlato soprattutto del danno d'immagine provocato dallo scandalo e di come sta cercando di uscirne
Sabato il Corriere della Sera ha pubblicato un’intervista a Chiara Ferragni in cui l’influencer ha parlato per la prima volta del caso della promozione dei pandori Balocco, per il quale è attualmente indagata dalla procura di Milano per truffa aggravata.
L’intervista è stata ampiamente discussa e commentata, anche perché arriva dopo giorni di indiscrezioni, non confermate, relative a una possibile separazione tra Ferragni e suo marito, il cantante Fedez (Federico Lucia). Commentando queste voci, Ferragni ha detto al Corriere che «la priorità è proteggere la famiglia e i figli», e che «piuttosto che dare spiegazioni, è più importante fare quello che reputo più giusto: tenere i problemi tra le mura familiari». L’intervista è stata pubblicata sabato, ma era stata fatta qualche giorno prima, il 20 febbraio.
Al centro dell’indagine nei confronti di Ferragni e altri c’è la campagna promozionale di una linea di pandori di Balocco, chiamati “Pandoro Pink Christmas”, a cui Ferragni aveva collaborato nel 2022. Nella campagna pubblicitaria veniva lasciato intendere che la vendita di ciascun pandoro contribuisse a una donazione di beneficenza all’ospedale Regina Margherita di Torino: in realtà la quota della donazione era già stata determinata in precedenza da Balocco, a prescindere dalle vendite. Per questa vicenda Ferragni a metà dicembre 2023 era stata multata per pubblicità ingannevole dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato, comunemente chiamata Antitrust.
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Nell’intervista, Ferragni ha annunciato che farà ricorso al TAR (Tribunale Amministrativo Regionale) della Lombardia contro il provvedimento dell’Antitrust. «Le persone credono che mi sia arricchita cercando di imbrogliarle? Bene, il milione di euro ricevuto dalle mie società lo dono al Regina Margherita di Torino e farò ricorso al TAR contro una sanzione che ritengo ingiusta e sproporzionata, ovviamente la pago e, se qualcosa otterrò indietro, donerò anche quello», ha detto.
Ferragni ha sostenuto che la percezione del risentimento nei suoi confronti è esagerata («Quando sei dentro una gogna mediatica, ti sembra che tutte le persone ti stiano accusando, invece, basta uscire un attimo di casa per accorgerti che non è così»), e che lei e i suoi collaboratori stanno «lavorando per migliorare alcuni profili organizzativi» ed evitare che situazioni del genere si ripetano in futuro.
Ha poi rivendicato gli effetti positivi derivati da alcune delle sue iniziative di beneficenza degli scorsi anni («Ho sempre pensato che, se hai trenta milioni di follower, se fai beneficenza e ne parli, crei un effetto emulativo») e parlato delle sensazioni che ha provato lo scorso 15 dicembre, dopo che la notizia della multa dell’Antitrust era diventata di dominio pubblico:
Era venerdì, ho passato anche sabato e domenica chiusa in casa, con addosso la stessa tuta, a leggere i tweet terribili su di me e dire: cosa cavolo sta succedendo?