Vice diventerà una cosa molto diversa da quella che conosciamo
La società ha annunciato ai dipendenti centinaia di licenziamenti e ha detto che il sito della rivista smetterà di essere aggiornato
La prossima settimana Vice Media, la società che pubblica la rivista Vice, licenzierà centinaia dei suoi 900 dipendenti, tra cui tutti quelli che si occupano della divisione editoriale: il sito Vice.com, che è stato da sempre l’attività centrale e più riconoscibile dell’azienda, smetterà di essere aggiornato. La decisione è stata comunicata ai dipendenti da Bruce Dixon, l’amministratore delegato di Vice Media, in una lettera che diversi giornali statunitensi hanno potuto leggere, e di cui hanno pubblicato alcune parti. Non è ancora chiaro quanti dipendenti di preciso saranno licenziati.
La rivista Vice nacque in Canada negli anni Novanta e divenne presto un caso per alcune innovazioni che portò nel settore: era rivolta a un pubblico prevalentemente giovanile e proponeva contenuti giornalistici aggressivi e poco convenzionali uniti a temi di consumi e mode contemporanee. Ebbe per decenni un enorme successo (raccontato nel libro molto apprezzato di Jill Abramson Mercanti di verità) e attorno le si sviluppò una società di media digitali assai più ampia, che al suo apice ebbe migliaia di dipendenti e decine di testate.
In tempi più recenti aveva cominciato ad avere diverse difficoltà e problemi, legati anche alle personalità dei suoi fondatori. Era stata per alcuni anni in crisi e in cerca di un nuovo compratore che ne risanasse i conti, senza trovarlo, e arrivando infine a chiedere lo stato di fallimento a maggio dell’anno scorso (la società aveva comunque continuato a lavorare). Per uscire dal fallimento, Vice Media era stata comprata dal fondo Fortress, anche se per un prezzo molto inferiore a quello che aveva chiesto negli anni precedenti: 350 milioni di dollari (circa 320 milioni di euro), per un’azienda che nel 2017, in uno dei momenti di massima espansione, era stata valutata 5,7 miliardi di dollari.
Non era chiaro come Fortress avrebbe investito per cercare di riportare Vice Media a crescere, e soprattutto in che misura gli investimenti avrebbero riguardato la rivista Vice, ma un disinteresse così netto nell’attività della testata era probabilmente difficile da prevedere: Fortress ha deciso di adottare una politica di tagli ancora più radicali e di rinunciare del tutto al sito.
Il nuovo modello su cui Fortress vuole basare l’azienda dovrebbe essere comunicato ai dipendenti la prossima settimana. Nella lettera inviata giovedì, però, Dixon ha anticipato che nelle intenzioni dei nuovi proprietari Vice Media dovrebbe diventare un produttore di contenuti per altri media: «cercherà di collaborare con aziende mediatiche affermate per distribuire i nostri contenuti digitali, comprese le notizie, sulle loro piattaforme globali».
Il declino di Vice come rivista si inserisce in un più ampio ridimensionamento dei giornali e delle riviste online, che sta riguardando anche altre società di media simili, come BuzzFeed, sia negli Stati Uniti – dove si erano sviluppati gli esempi di maggior successo – che altrove. Dixon ha fatto sapere che Vice Media sta trattando anche la cessione di Refinery29, la testata del gruppo rivolta a un pubblico prevalentemente femminile. Vice Media comprende anche un’agenzia pubblicitaria, Virtue, e lo studio cinematografico Pulse Films.