L’ex cancelliere austriaco Sebastian Kurz è stato condannato per falsa testimonianza
Venerdì un tribunale di Vienna, in Austria, ha condannato l’ex cancelliere austriaco Sebastian Kurz a otto mesi di reclusione, con sospensione condizionale della pena, per falsa testimonianza: le accuse riguardano alcune sue dichiarazioni in un’inchiesta parlamentare sullo scandalo di corruzione che lo aveva coinvolto quando era cancelliere, tra il 2017 e il 2019, e a seguito del quale si era dimesso nel 2021. Kurz è stato una figura molto influente nel panorama politico sia austriaco che europeo, e veniva definito anche wunderkind, “bambino prodigio”, per le sue doti politiche unite alla giovane età: era stato eletto primo ministro a soli 31 anni, diventando il capo di governo più giovane al mondo.
Erano più di trent’anni che un ex cancelliere austriaco non veniva processato; la sentenza rende improbabile e complicato un suo eventuale ritorno in politica. Le dichiarazioni di Kurz che il tribunale di Vienna ha ritenuto false riguardavano il suo ruolo nella creazione di una società a partecipazione statale, la OeBAG, e nella nomina dei dirigenti a capo della stessa società. Kurz aveva detto di essere stato semplicemente al corrente delle nomine, di competenza del ministero dell’Economia, e di non aver avuto alcuna influenza: sulla base di una serie di prove e testimonianze, i giudici hanno ritenuto che fosse falso, e che Kurz abbia invece avuto un ruolo attivo nelle nomine.
Kurz è al centro anche di una seconda indagine: insieme ad altre nove persone è accusato di avere usato illegalmente i fondi del ministero delle Finanze tra il 2016 e il 2018 per manipolare i sondaggi a favore di Kurz e del suo partito, e agevolare la pubblicazione di notizie favorevoli sui quotidiani austriaci. Per queste accuse non è però ancora stato rinviato a giudizio.