La madre di Alexei Navalny ha detto di avere visto il corpo del figlio
Sei giorni dopo la sua morte, ma le autorità russe continuano a rifiutarsi di consegnare la salma alla famiglia
Giovedì Lyudmila Navalnaya, la madre del dissidente russo Alexei Navalny, ha detto di aver visto il corpo del figlio per la prima volta dalla sua morte, avvenuta venerdì scorso in un carcere siberiano in circostanze ben poco chiare. L’ha annunciato in un video pubblicato sul profilo YouTube del figlio: ha detto di aver visto la salma in un obitorio di Salekhard, una città circa 50 chilometri a est di Kharp, dove si trova la prigione in cui era detenuto Navalny.
Navalnaya ha aggiunto che le autorità russe la stanno «ricattando» e stanno imponendo condizioni molto restrittive riguardo a dove, come e quando celebrare il funerale. «È illegale», ha detto. La donna sostiene che il governo russo voglia mantenere «segreti» i funerali di Navalny, e ha detto che se si rifiuta di farlo le autorità «faranno qualcosa al corpo». Kira Yarmysh, che era la portavoce di Navalny, ha scritto su X che le autorità russe continuano a rifiutarsi di restituire il corpo alla famiglia.
«Gli investigatori dicono di conoscere la causa della morte, e di avere tutti i documenti medici e legali» sul caso, ha detto Navalnaya nel video, aggiungendo di averli visionati e di aver firmato il certificato di morte. I collaboratori dell’oppositore hanno fatto sapere che il certificato indica che Navalny è morto per “cause naturali”.
Navalny è morto il 16 febbraio nel carcere di massima sicurezza IK-3 nel nord della Russia, dopo tre anni di detenzione per accuse ritenute largamente pretestuose.
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La notizia della sua morte era stata annunciata dagli agenti del servizio penitenziario russo, e confermata il giorno successivo proprio dalla madre Lyudmila, che aveva detto di aver ricevuto una comunicazione ufficiale da parte delle autorità russe. Per giorni però non solo nessuno aveva potuto vedere il corpo di Navalny, ma non era nemmeno certo dove si trovasse la salma.
Sabato mattina Lyudmila e l’avvocato di Navalny erano andati all’obitorio di Salekhard ma lo avevano trovato chiuso. Avevano quindi chiamato il numero di telefono trovato sul portone, ma gli era stato risposto che il corpo di Navalny non si trovava nell’obitorio. Nei giorni successivi Lyudmila aveva quindi fatto causa contro la decisione delle autorità russe di non restituire immediatamente il corpo dell’uomo alla famiglia.
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Anche la causa della morte di Navalny rimane ancora incerta. Le autorità russe hanno fornito informazioni contraddittorie ai collaboratori e alla famiglia dell’oppositore: inizialmente avevano detto che Navalny si era «sentito male dopo una passeggiata», era caduto e aveva «perso conoscenza quasi immediatamente», una versione ritenuta ben poco credibile da gran parte della comunità internazionale.
In seguito, le autorità hanno detto ai familiari e ai collaboratori di Navalny che la causa della morte non era stata ancora stabilita e che era stato effettuato «un nuovo esame istologico», i cui risultati sarebbero stati disponibili all’incirca entro una settimana. Poi che gli esami dovevano essere ancora completati e che fino ad allora non avrebbero consegnato il corpo di Navalny, e infine che gli esami erano stati completati e che avevano escluso che la morte fosse collegata con qualche reato.