Il governo libico ha detto che i gruppi armati che da più di dieci anni controllavano Tripoli se ne andranno
Imad Trabelsi, il ministro dell’Interno del governo libico riconosciuto a livello internazionale, ha detto che i gruppi armati che da oltre dieci anni controllavano la capitale Tripoli hanno accettato di lasciare la città. L’accordo è stato preso dopo lunghe negoziazioni a causa di una serie di scontri tra milizie, tra cui alcuni avvenuti lo scorso fine settimana e in cui erano state uccise dieci persone. In una conferenza stampa Trabelsi ha detto che nella capitale libica rimarranno solo la polizia ordinaria, le forze dell’ordine di emergenza e gli agenti della polizia criminale.
Dal 2014 la Libia è divisa fra due governi rivali. La parte orientale del paese ha per primo ministro Osama Hammad, ma è governata di fatto dal maresciallo Khalifa Haftar; quella occidentale è governata dal governo di Abdul Hamid Dbeibah, che ha sede a Tripoli ed è l’unico riconosciuto come unico legittimo dalla comunità internazionale. I gruppi armati di Tripoli si sono costituiti grazie al vuoto di potere seguito alle grandi rivolte contro l’ex presidente libico Muammar Gheddafi del 2011: ben armati e attrezzati, non sono sotto l’autorità diretta dei ministeri dell’Interno o della Difesa, anche se ricevono fondi pubblici e operano in maniera indipendente grazie a uno status speciale riconosciuto dal governo di Dbeibah nel 2021.
I gruppi armati si vedono per esempio nei checkpoint sui principali snodi stradali della città, dove bloccano il traffico con passamontagna e armi. In varie occasioni sono stati coinvolti in scontri violenti, che spesso hanno riguardato gruppi rivali: lo scorso agosto furono uccise 55 persone e ferite altre 150.
In base all’accordo, si sono impegnati a lasciare Tripoli i membri di almeno cinque gruppi armati, tra cui la Forza di deterrenza speciale, che controlla la parte orientale della città, la Brigata 444, che controlla il sud, e l’Autorità per il supporto della stabilità, che opera nel quartiere di Abu Salim, dove c’erano stati gli scontri nel fine settimana. I gruppi dovrebbero lasciare la città entro la fine del Ramadan, il mese sacro per le persone musulmane, che si concluderà il prossimo 9 aprile.