All’ospedale Nasser sono rimasti 180 pazienti e 15 medici
È tra i più grandi della Striscia di Gaza, ma dopo l'attacco dell'esercito israeliano non è più funzionante e manca praticamente tutto
Dopo una settimana di intensi attacchi gli ospedali di Nasser e al Amal, nel sud della Striscia di Gaza, sono in enorme difficoltà e in molti casi non possono fornire nemmeno i servizi sanitari essenziali a centinaia di pazienti rimasti all’interno delle strutture.
Mercoledì scorso l’esercito israeliano aveva ordinato l’evacuazione del Nasser Medical Complex, l’ospedale più grande ancora funzionante nell’intera Striscia di Gaza, dove erano presenti centinaia di migliaia di persone tra pazienti e civili in cerca di un rifugio dai bombardamenti di Israele che proseguono da oltre quattro mesi. Giovedì le truppe israeliane hanno attaccato l’ospedale, sostenendo che al suo interno fossero nascosti dei miliziani di Hamas: erano entrate nella struttura e avevano perquisito gli edifici. Diversi video mostravano pazienti spostati di corsa sulle barelle e corridoi pieni di fumo e polvere.
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Domenica Tedros Adhanom Ghebreyesus, il direttore dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), ha confermato che l’ospedale Nasser non è più funzionante. Venerdì e sabato il personale dell’OMS non era potuto entrare nella struttura per valutare le condizioni dei pazienti. I medici sono potuti entrare solo domenica: Ghebreyesus ha detto che al Nasser Medical Complex c’erano ancora almeno 180 pazienti, e solo 15 tra medici e infermieri. Mancano il cibo, i dispositivi medici e l’acqua corrente, mentre l’elettricità è fornita solo da un generatore di emergenza.
In un video pubblicato sui social, un chirurgo dell’OMS ha spiegato che lunedì 14 pazienti sono stati trasferiti verso altri cinque ospedali nel sud della Striscia di Gaza, di cui otto impossibilitati a camminare e due attaccati ai ventilatori. Nel video si vedono diverse stanze dell’ospedale al buio. Altri 18 pazienti sono stati trasferiti dalla Mezzaluna Rossa palestinese, l’equivalente locale della Croce Rossa.
After two days of being denied entry into the Nasser Medical Complex in #Gaza, yesterday @WHO and partners were allowed to go inside to assess the patients. As a result, lifesaving medical referral of 14 critical patients was facilitated. Two patients needed continuous manual… pic.twitter.com/7iS65vG61y
— Tedros Adhanom Ghebreyesus (@DrTedros) February 19, 2024
Intanto da circa un mese l’ospedale al Amal, sempre a Khan Yunis, è assediato dall’esercito israeliano: le scorte di cibo sono quasi terminate, e anche il carburante e i dispositivi medici sono molto scarsi. Gli impianti di desalinizzazione dell’acqua non funzionano più, e le scorte di acqua potabile dureranno ancora per pochi giorni. La Mezzaluna Rossa palestinese, che gestisce la struttura, ha detto che alcuni medici e dipendenti dell’ospedale sono stati arrestati e che la struttura è stata bombardata diverse volte, causando danni strutturali.
⭕️The situation inside the #PRCS Al-Amal Hospital is highly dangerous due to a 28 day long siege placed upon it. Further, there has been repeated attacks targeting the hospital, numerous arrests made on our medical and administrative staff, a decrease in fuel reserves used to… pic.twitter.com/E0Tfvfk6Bu
— PRCS (@PalestineRCS) February 19, 2024
L’esercito israeliano sostiene che gli ospedali e altri edifici civili nella Striscia di Gaza siano usati da Hamas come basi operative, accuse negate sia da Hamas che dai dipendenti di quelle strutture. A novembre l’esercito israeliano aveva attaccato un altro grande ospedale, quello di al Shifa, che si trovava nel centro della città di Gaza e sotto il quale l’esercito israeliano ha affermato di aver trovato prove di un complesso di tunnel utilizzato dai militanti di Hamas.
Dallo scorso 7 ottobre nella Striscia di Gaza è in corso una guerra tra Hamas e Israele. Finora sono state uccise quasi 30mila persone, quasi tutti civili palestinesi.