Il piccolo caso intorno al “liceo del Made in Italy” di Crema, con un solo iscritto
Il preside dell'istituto Munari voleva formare l'indirizzo comunque estraendo a sorte gli studenti, poi ci ha ripensato anche per le tante proteste
Da qualche giorno è nato un piccolo caso politico attorno alla decisione, poi ritirata, del preside dell’istituto Munari di Crema (Cremona), che aveva deciso di formare una classe del nuovo “liceo del Made in Italy” nonostante fosse arrivata l’iscrizione di un solo studente.
Martedì della scorsa settimana Pierluigi Tadi (questo il nome del preside) aveva inviato una lettera ai genitori dei ragazzi e delle ragazze che avevano deciso di pre-iscriversi all’indirizzo economico-sociale. Nella lettera Tadi aveva annunciato una «importante modifica» relativa all’iscrizione, spiegando che, in assenza di volontari, la classe del “liceo del Made in Italy” sarebbe stata formata comunque estraendo a sorte 24 dei 48 studenti immatricolati per l’indirizzo economico-sociale, che di conseguenza il prossimo anno avrebbero dovuto frequentare l’indirizzo contro la loro volontà.
Luca Avaldi, rappresentante dei genitori nel consiglio d’istituto, ha detto all’agenzia di stampa Adnkronos che la lettera «è stata un fulmine a ciel sereno, perché non era quello che avevamo deciso». Simona Malpezzi, senatrice del Partito Democratico, aveva presentato un’interrogazione parlamentare al riguardo, parlando di «una situazione inammissibile per cui chiederemo spiegazioni al ministro Giuseppe Valditara».
Tadi ha deciso di rivedere la sua decisione dopo che la lettera era stata ripresa da diversi quotidiani, locali e nazionali. In diverse interviste, il preside ha addirittura sostenuto di non aver mai preso davvero in considerazione l’ipotesi di formare la classe estraendo a sorte gli studenti. «Stiamo terminando la fase di valutazione delle domande, prevista alla conclusione delle iscrizioni online. Confermo che, senza adesioni volontarie da parte delle famiglie, il “liceo del Made in Italy” non partirà, ma attiveremo due classi di liceo economico-sociale, come richiesto dalle famiglie», ha detto per esempio al giornale locale La Provincia di Cremona.
Nel testo della lettera inviata ai genitori Tadi faceva però esplicito riferimento a questa possibilità:
«Al nostro istituto è stato concesso di avviare per il prossimo anno scolastico due classi del liceo Made in Italy in sostituzione dell’opzione economico sociale. Tuttavia, visto il numero rilevante di richieste di iscrizione per questo secondo indirizzo e al fine di accontentare il maggior numero di famiglie, abbiamo deciso di mantenere per il prossimo anno entrambe le opzioni. Abbiamo provveduto a suddividere gli alunni nelle due classi sulla base delle richieste volontarie o, come estrema ratio [sic], tramite sorteggio».
In totale in Italia sono stati approvati 92 licei a indirizzo “Made in Italy”, introdotto lo scorso anno dal governo con l’obiettivo di «promuovere le conoscenze e le abilità connesse all’eccellenza dei prodotti e della tradizione italiana». Il nuovo indirizzo è però partito con numeri molto bassi, registrando soltanto 375 iscrizioni, lo 0,08% del totale delle iscrizioni alle scuole superiori per il prossimo anno scolastico. In Lombardia le scuole che hanno dato la propria disponibilità per l’attivazione del liceo del Made in Italy sono 12, tra cui l’istituto Munari.
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Il “liceo del Made in Italy” è un’iniziativa fortemente promossa dal governo di Giorgia Meloni che introduce un nuovo indirizzo al corso di studi già esistente del liceo delle scienze umane, aggiungendo alcune specifiche materie che dovrebbero valorizzare le conoscenze sui prodotti della tradizione italiana. La norma prevede che, negli istituti che aderiscono al progetto, il nuovo liceo sostituisca gradualmente l’indirizzo economico-sociale già previsto dal liceo delle scienze umane: per questo hanno potuto fare domanda solo i licei delle scienze umane che già oggi offrono questo indirizzo, circa 500. Il liceo del Made in Italy quindi non sarà un vero e proprio nuovo liceo, come possono essere il liceo classico o scientifico, ma un nuovo indirizzo che ne sostituisce un altro all’interno di un corso di studi più ampio (quello delle scienze umane, che esiste già dal 2010).