Negli aeroporti italiani sono aumentati i controlli per l’allerta dengue
Deve essere fatta un'accurata disinfestazione dagli insetti all'interno degli aerei, oltre a ispezioni sui voli cargo, in seguito all'aumento dei contagi in Sudamerica
Negli ultimi giorni in tutti gli aeroporti e i porti italiani sono iniziate le procedure introdotte dal ministero della Salute per prevenire la diffusione della dengue dopo il significativo aumento di casi di questa malattia in Brasile e in altri paesi del Sudamerica.
Molte regole erano già previste prima dell’allerta per evitare contaminazioni: per esempio la «disinsettazione degli aeromobili», ovvero la disinfestazione degli aerei dagli insetti. Le società che gestiscono gli aeroporti possono anche valutare l’introduzione di ordinanze per una sorveglianza straordinaria dei viaggiatori di alcuni voli in arrivo dal Sudamerica. In tutti gli aeroporti sono stati esposti cartelli per informare i viaggiatori dei possibili rischi e di cosa fare in caso di sospetto contagio.
All’aeroporto di Fiumicino, il primo in Italia per numero di passeggeri, sono stati introdotti controlli più accurati non solo per gli aerei passeggeri in arrivo dal Sudamerica, ma anche per i voli cargo. Il regolamento sanitario internazionale prevede anche che l’area dell’aeroporto sia tenuta libera da eventuali fonti di infezione e contaminazione fino a 400 metri di distanza.
La dengue è tra le malattie più diffuse nei climi tropicali e subtropicali. Fare una stima accurata di quanti casi ci siano ogni anno a livello globale è molto difficile, perché nella maggior parte dei casi la malattia non causa sintomi e chi contrae l’infezione non si accorge di averla. In Sudamerica adesso è estate e c’è di conseguenza una maggiore circolazione di zanzare (nei paesi tropicali dove il clima è mite per buona parte dell’anno il problema è sentito anche in altri periodi). Nelle ultime settimane i casi di dengue sono sensibilmente aumentati anche in Argentina, Uruguay e Paraguay. Il ministero della Salute argentino ha segnalato quasi 40mila casi da metà dello scorso anno a inizio febbraio, e 29 morti dovute alla malattia nel medesimo periodo.
La trasmissione del virus avviene attraverso le punture delle zanzare, mentre non sono noti casi di contagio diretto tra esseri umani. Una persona infetta viene quindi punta da una zanzara che pungerà poi un’altra persona, trasmettendo in questo modo il virus.
Nei casi in cui la dengue causa sintomi, si hanno di solito febbre, mal di testa, dolori muscolari e intorno agli occhi; alcune persone sviluppano anche nausea e vomito, o ancora uno sfogo cutaneo con irritazioni in varie parti del corpo. Non essendoci una cura vera e propria, la dengue viene trattata con una “terapia di sostegno”: si lascia che siano le difese dell’organismo a superare l’infezione, aiutandolo con un’adeguata somministrazione di liquidi e se necessario di farmaci per ridurre l’entità dei sintomi.
Oltre al controllo della popolazione di zanzare e all’impiego di rimedi per ridurre il rischio di essere punti, da qualche tempo sono disponibili alcuni vaccini contro la malattia. Lo sviluppo di un vaccino ha richiesto diverso tempo, perché era difficile ottenere un prodotto che fosse efficace contro la maggior parte dei virus che possono causare la malattia. Il più recente e che si è dimostrato efficace contro i quattro tipi di virus è stato sviluppato e prodotto dall’azienda farmaceutica giapponese Takeda. In seguito ai risultati positivi ottenuti nei test clinici, nel 2022 è stato autorizzato per il suo impiego nell’Unione Europea e ha ricevuto l’approvazione anche in Brasile e Argentina, ora impegnati a vaccinare la popolazione visto l’aumento notevole dei casi degli ultimi mesi.