Gli arresti in Russia per le manifestazioni in memoria di Alexei Navalny
Sono state fermate più di 400 persone, anche solo per aver poggiato in strada fiori o candele per l'oppositore di Vladimir Putin morto venerdì
Da quando venerdì è stata comunicata la notizia della morte di Alexei Navalny, per molti anni il principale oppositore politico del presidente russo Vladimir Putin, in varie città della Russia ci sono state diverse manifestazioni di cordoglio, in sua memoria. Nonostante in diverse città fossero stati vietati i ritrovi non autorizzati – secondo le autorità russe per motivi di ordine pubblico – ci sono stati comunque diversi ritrovi di persone che sono andate a rendere omaggio a Navalny in alcuni luoghi pubblici.
Non ci sono state vere e proprie manifestazioni di protesta, ma ciononostante la polizia russa ha arrestato più di 400 persone in tutto il paese per il solo fatto che stavano poggiando fiori o candele in strada in ricordo di Navalny. Le uniche proteste sono state da parte di sparuti gruppi di oppositori politici di Putin, che sono stati arrestati per aver esposto in maniera pacifica cartelli in cui criticavano il presidente russo o ricordavano Navalny. La maggior parte degli arresti è avvenuta a Mosca e San Pietroburgo, ma ce ne sono stati diversi anche in città più piccole come Krasnodar e Bryansk.
Solo a San Pietroburgo sono state arrestate circa 200 persone, tra cui Grigory Mikhnov-Voitenko, un sacerdote della Chiesa ortodossa apostolica – indipendente dalla chiesa ortodossa russa – che sui social media aveva annunciato di voler tenere una messa funebre commemorativa per Navalny: è stato arrestato sabato mattina fuori da casa sua. Secondo il politico di opposizione Boris Vishnevsky, dopo l’arresto Mikhnov-Voitenko avrebbe avuto un infarto e sarebbe stato ricoverato in ospedale. Al momento non sono note le sue condizioni di salute.
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La maggior parte delle manifestazioni in memoria di Navalny è avvenuta in luoghi simbolo della repressione politica compiuta dal regime comunista durante gli anni dell’Unione Sovietica. Molte persone hanno portato mazzi di fiori sulla cosiddetta “pietra Soloveckij”, una roccia presa dalle isole Soloveckie, che facevano parte del sistema sovietico dei gulag, i campi di lavoro forzato in cui venivano rinchiusi gli oppositori politici del regime sovietico tra gli anni Trenta e Sessanta del Novecento. Ce ne sono due in Russia: una si trova a Mosca nei pressi della vecchia sede del KGB, i servizi segreti sovietici, in piazza Lubjanka; un’altra è a San Pietroburgo, nel giardino pubblico della Piazza Troickaja.
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