La nuova “battaglia dei sessi” è su un campo da basket
Stephen Curry e Sabrina Ionescu sono i migliori tiratori del basket americano e per la prima volta si sfideranno in una gara di tiro da tre punti all'All-Star Game della NBA
Secondo le statistiche e gli esperti, Stephen Curry è il miglior tiratore da tre punti della storia della NBA, il campionato di pallacanestro maschile statunitense. Sabrina Ionescu è la migliore tiratrice da tre punti della WNBA, cioè il campionato femminile, ed è la detentrice della miglior prestazione di sempre in una gara di tiro da tre punti, sia tra le donne sia tra gli uomini. Entrambi sono i migliori tiratori da tre punti dei rispettivi campionati, e sabato per la prima volta parteciperanno una contro l’altro a una gara di tiro da tre punti all’All-Star Game, l’evento organizzato nell’arco di tre giorni per cui la NBA sospende la stagione regolare e concentra i suoi migliori giocatori in una serie di incontri e sfide votate esclusivamente allo spettacolo.
La sfida tra Curry e Ionescu sarà uno degli eventi più attesi dell’All-Star Game, ed è stata paragonata alla celebre partita di tennis del 1973 fra Bobby Riggs e Billie Jean King, ricordata come la “battaglia dei sessi”.
I tiri da tre punti sono quelli che, durante le partite di pallacanestro, vengono tirati da dietro una linea ad arco distante 7,25 metri dal canestro. A partire dalla stagione 1985-86 durante il fine settimana dell’All-Star Game è prevista una specifica competizione di tiro da tre: nel corso degli anni ha cambiato varie formule, e quella attuale prevede che i giocatori tirino 27 palloni preparati in anticipo, entro 70 secondi, da cinque diverse posizioni lungo la linea. Due dei palloni sono posizionati ulteriormente più lontano e il punteggio massimo totale raggiungibile è 40 (perché alcuni palloni valgono di più di altri).
Dal 2006 la formula della NBA è stata riproposta anche nell’All-Star Game della WNBA, la lega professionistica femminile collegata a quella maschile. Le uniche differenze sono le dimensioni della palla (leggermente più piccola in campo femminile) e la distanza dal canestro dell’arco dei tre punti: per la NBA è a 7,24 metri, per la WNBA è a 6,75 metri (peraltro la stessa misura utilizzata nel basket maschile europeo).
L’edizione 2023 della gara da tre punti della WNBA è stata particolarmente notata, perché Sabrina Ionescu, che gioca con la squadra di New York, le Liberty, ha realizzato un punteggio record, 37 punti. Ionescu ha sbagliato il primo tiro, poi ne ha segnati venti di fila, ne ha sbagliato un altro e realizzato gli ultimi cinque: complessivamente, 25 canestri su 27 tiri (nella gara i palloni possono valere 1, 2 o 3 punti). Nessuno, né fra le donne né fra gli uomini, si era mai nemmeno avvicinato a un risultato simile: il record precedente apparteneva proprio a Stephen Curry, con 31 punti nel 2021.
Curry ha quasi 36 anni ed è uno dei giocatori più forti e vincenti degli ultimi quindici anni nella NBA. Con i Golden State Warriors ha vinto quattro campionati, per due volte è stato eletto miglior giocatore della stagione. Con un fisico piuttosto “normale” per gli standard della lega professionistica statunitense (è alto 188 centimetri e pesa meno di 85 chili), è emerso per le sue grandi doti tecniche: palleggio, passaggio, ma soprattutto tiro. Già nella stagione 2021-2002 è diventato il giocatore ad aver segnato più tiri da tre punti nella storia della NBA e anche negli ultimi tempi è piuttosto in forma: mercoledì ha stabilito l’ennesimo record della sua carriera, primo giocatore a segnare più di sette tiri da tre punti in quattro partite consecutive.
Sabrina Ionescu ha nove anni in meno ed è cresciuta nell’area di San Francisco da genitori romeni: con loro andava a quasi tutte le partite casalinghe dei Warriors, di cui era abbonata. Gioca nel ruolo di playmaker e Curry era il suo modello, ha detto varie volte. Ma la stima è reciproca, cosa non scontata visto che nonostante gli sforzi della NBA il campionato femminile è talvolta poco considerato non solo dai tifosi, ma anche dagli stessi giocatori uomini. Curry è invece molto attento allo sviluppo della WNBA e del basket femminile in generale. Quando Ionescu giocava per l’università di Oregon è andato a vederla, insieme alle sue due figlie, nella partita giocata contro l’università della California.
Dopo la prestazione di Ionescu all’All-Star Game 2023 i due hanno iniziato a scherzare sui social e a ipotizzare una sfida. Si sono anche incontrati più volte e allenati insieme: in una di queste occasioni hanno giocato a H-O-R-S-E, una competizione in cui un giocatore inventa un tiro da una posizione e l’altro/altra deve rifarlo uguale: se non segna, al primo errore prende la lettera H, poi la O e così via. Chi arriva per primo a comporre la parola HORSE perde (è il principio del nostro “asino”). La partita era a porte chiuse, ma Curry ha lasciato intendere che avesse vinto Ionescu.
La vera “battaglia dei sessi” dai tre punti si terrà invece sabato sera, nella seconda giornata del fine settimana di eventi NBA: inizialmente era stato annunciato che Ionescu avrebbe tirato dalla distanza della WNBA, invece lei ha scelto di farlo dai 7,24 metri da cui tirerà anche Curry: «Non ho avuto dubbi, voglio continuare a confrontarmi sullo stesso campo da gioco e voglio farlo sul palcoscenico più importante». Per i due protagonisti, ma anche per la NBA, la sfida sarà un ulteriore passo di avvicinamento verso una maggiore considerazione del basket femminile, che sta vivendo una costante crescita di interessi e ascolti televisivi negli Stati Uniti.
STEPHEN vs. SABRINA 🍿
Stephen Curry and Sabrina Ionescu will go head-to-head in the first NBA vs. WNBA 3-point challenge during #StateFarmSaturday on TNT at #NBAAllStar 2024! pic.twitter.com/GuPobiw3t8
— NBA (@NBA) January 30, 2024
Ma il duello fra i migliori tiratori è anche un tentativo da parte della NBA di introdurre una novità che possa attrarre interesse e pubblico per l’All-Star Game. L’evento centrale della manifestazione, la partita fra i migliori giocatori del campionato maschile, ha da anni perso attrattiva e secondo molti ha ormai poco senso. La partita è spesso poco più di un’esibizione, con punteggi altissimi, difese inesistenti e poco interesse per il risultato finale. Qualche anno fa l’NBA aveva provato a rivitalizzarla cambiando la classica divisione dei giocatori Est-Ovest (le squadre NBA sono divise in due grossi “gironi”, chiamati Conference, in base alla loro collocazione geografica) nominando due capitani e facendo loro scegliere i compagni a turno, in una logica da “campetto”. Non ha cambiato granché, e quest’anno si tornerà alla vecchia versione.
Anche la gara delle schiacciate, che per molti anni era stato l’evento più atteso e spettacolare, nelle ultime edizioni ha perso molto del suo fascino, per motivi tutto sommato comprensibili: è sempre più difficile inventarsi nuove schiacciate e senza difensori da superare, come avviene in partita, non è la stessa cosa. L’anno scorso partecipò Mac McClung, uno sconosciuto allora sotto contratto con Philadelphia ma che giocava in un campionato minore, la G League, con i Delaware Blue Coats. Vinse quella gara, in parte rivitalizzandola, e ci sarà anche quest’anno.
La sfida fra Curry e Ionescu cerca di andare un po’ in quella direzione: introdurre novità e variazioni in grado di attrarre interesse e restituire un po’ di fascino al fine settimana dell’All-Star Game.