Donald Trump è stato condannato a pagare 450 milioni di dollari per frode finanziaria
Nell'ambito di un processo a New York, in cui era accusato di aver manipolato la valutazione degli immobili della società di famiglia
Venerdì un tribunale di New York ha condannato l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump a pagare alla città un risarcimento di 450 milioni di dollari (circa 415 milioni di euro) nell’ambito di un processo civile in cui era imputato per frode finanziaria. Il processo riguardava sia Trump che i figli Donald Jr. e Eric, e altri dirigenti della sua azienda, la multinazionale Trump Organization.
Trump era accusato di aver manipolato la valutazione degli immobili della società di famiglia, aumentandola di diversi miliardi di dollari per ingannare i finanziatori, i broker assicurativi e le autorità finanziarie, e ottenere così tassi migliori sui prestiti bancari e sulle polizze assicurative. Le attività illecite sarebbero state compiute tra il 2011 e il 2021.
Oltre al pagamento del risarcimento, Trump è stato condannato al divieto di intraprendere attività imprenditoriali nello stato di New York per tre anni. Donald Trump Jr. e Eric Trump, che sono tra i dirigenti della Trump Organization, sono stati condannati a pagare 4 milioni di dollari ciascuno (3,7 milioni di euro), mentre Allen Weisselberg, ex direttore operativo della Trump Organization, è stato condannato al pagamento di 1 milione di dollari (circa 930mila euro).
Durante il processo Trump aveva ammesso di aver contribuito alla redazione dei documenti finanziari inviati alle banche (o supervisionato gli stessi), sminuendone però l’importanza e sostenendo che le banche stesse non si basassero particolarmente su quei documenti. Aveva inoltre più volte ripetuto di essere oggetto di un attacco politico.
Trump è imputato anche in quattro processi penali (due in cui è accusato di aver cercato di sovvertire il risultato delle elezioni del 2020, uno per aver conservato illecitamente dei documenti riservati). Il caso federale sul tentativo di sovvertire il risultato delle elezioni, che riguarda anche l’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021, rischia di escludere la sua candidatura alle elezioni presidenziali di novembre.
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