Il Consiglio costituzionale del Senegal ha giudicato contrario alla Costituzione il rinvio delle elezioni presidenziali

Alcuni manifestanti durante le proteste contro il rinvio delle elezioni a Dakar, la capitale del Senegal (AP Photo/Stefan Kleinowitz, File)
Alcuni manifestanti durante le proteste contro il rinvio delle elezioni a Dakar, la capitale del Senegal (AP Photo/Stefan Kleinowitz, File)

Giovedì il Consiglio costituzionale del Senegal, che valuta la costituzionalità delle leggi ed è la massima autorità elettorale del paese, ha giudicato contrario alla Costituzione il decreto con cui una decina di giorni fa il presidente Macky Sall aveva posticipato le elezioni, dal 25 febbraio al 15 dicembre di quest’anno. La sospensione delle elezioni decisa da Sall era stata approvata anche dal parlamento, ma diversi politici di opposizione avevano poi presentato vari ricorsi contro la norma, che ritenevano un tentativo di Sall di rimanere al potere.

Non è chiaro cosa succederà adesso: formalmente il rinvio delle elezioni non è più valido, ma il Consiglio non ha indicato quando si dovranno tenere, e spetta allo stesso Sall stabilire una data. Sall ha 62 anni, governa dal 2012 ed è stato rieletto nel 2019 (la carica prima durava 7 anni, ridotti a 5 con un referendum nel 2016). Il suo mandato scadrà il prossimo 2 aprile.

La decisione di posticipare le elezioni aveva innescato grosse proteste in tutto il Senegal, che finora era considerato una delle poche democrazie stabili rimaste nell’Africa occidentale. C’erano stati scontri violenti tra i manifestanti e la polizia: a Saint-Louis, nella costa nord del paese, uno studente che protestava era stato ucciso. Giovedì il governo ha scarcerato diversi oppositori che erano stati arrestati nelle proteste, in quello che è stato descritto dai critici come un tentativo di Sall di placare le proteste nei suoi confronti (decine di persone comunque sono ancora detenute). Nonostante questo, venerdì sono in programma nuove proteste.