Forse c’è speranza anche per gli attori alti alti

Sui set cinematografici si sono sempre preferite stature nella media o sotto, poi è arrivato Jacob Elordi

(Vision Distribution)
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A novembre è uscito nei cinema statunitensi Priscilla, film diretto da Sofia Coppola che racconta la storia vera di Priscilla Beaulieu, che incontrò, si innamorò e sposò da giovanissima Elvis Presley, il cantante rock’n’roll più celebre di tutti i tempi. Una delle particolarità del film che ha colpito maggiormente gli spettatori e una parte di critica è la differenza tra la statura dei due protagonisti: Jacob Elordi, che nel film interpreta Elvis, è alto quasi due metri, mentre l’altezza di Cailee Spaeny (Priscilla) è più o meno di un metro e cinquantacinque centimetri.

Durante le interviste per la promozione di Priscilla, Elordi ha scherzato più volte su questo aspetto. «Sono piuttosto bravo a trovare modi per inclinarmi. È un’abilità che ho perfezionato durante la mia carriera, devo inclinarmi sempre», ha detto a W Magazine parlando di quanto il divario di altezza con Spaeny abbia reso difficoltosa la resa di alcune scene del film, e più in generale di come la sua struttura fisica lo costringa a dover studiare di volta in volta degli stratagemmi per rendere meno palese la differenza di statura con gli altri attori.

Diversi addetti ai lavori hanno notato come l’altezza di Elordi sia piuttosto inconsueta per gli standard di Hollywood: infatti, anche se diverse ricerche dimostrano che le persone alte godono di diversi favoritismi all’interno della società, avere una statura eccessiva è considerato uno svantaggio per chi recita nel cinema.

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Storicamente i registi tendono a preferire attori di altezza media o addirittura considerati bassi, perché le loro caratteristiche fisiche si adattano meglio alle esigenze della regia e della messa in scena. Il motivo è piuttosto intuitivo: inserire nella stessa inquadratura attori con delle palesi differenze di statura è molto più complicato, e rende più difficoltoso il lavoro di direttori della fotografia e operatori di macchina.

Gli attori non troppo alti sono avvantaggiati nel loro lavoro anche per altri motivi: possono aumentare o diminuire la loro massa muscolare in meno tempo, adattarsi di volta in volta a ruoli che prevedono un particolare tipo di conformazione fisica e rapportarsi più disinvoltamente agli altri membri del cast, per esempio.

A questo proposito, il produttore cinematografico Brian Hennessy ha scritto su Quora che la predilezione per gli attori «più bassi» è una questione di «praticità»: «c’è una certa abbondanza di attori e attrici di statura media, e di conseguenza è più facile sceglierli». Hennessy ha spiegato che «c’è anche un certo numero di attori che si sentono a disagio quando devono lavorare con colleghi parecchio più alti», e che questo principio vale in particolare nel caso delle commedie romantiche.

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In passato gli attori più alti della media venivano scelti soprattutto per interpretare ruoli caricaturali o strane creature, ma non avevano poi grandi carriere. È il caso per esempio di Peter Mayhew (due metri e ventuno centimetri), che interpretava Chewbecca nella serie di film Star Wars, o Bolaji Badejo (due metri e otto centimetri), che ha interpretato lo Xenomorfo, l’alieno parassita del film Alien di Ridley Scott. Ci sono comunque stati anche attori molto alti con carriere importanti, come per esempio Tim Robbins, che con il suo metro e novantasei è attualmente l’attore più alto ad avere vinto un Oscar: quello come miglior attore non protagonista per la sua interpretazione in Mystic River di Clint Eastwood nel 2004.

Philippe Le Sourd, il direttore della fotografia di Priscilla, ha detto a Vulture che prima di iniziare le riprese Coppola lo aveva contattato per chiedergli se scegliere un attore troppo alto per il ruolo di Elvis avrebbe potuto rappresentare un problema. «Sono sicuro che per alcuni registi la differenza di altezza avrebbe potuto essere eccessiva», ha detto Le Sourd, che ha anche spiegato di avere dovuto adottare delle soluzioni tecniche particolari per rendere le inquadrature il più fluide e naturali possibili.

Per esempio Graceland, la villa a Memphis, è stata ricostruita più grande rispetto alle dimensioni reali, in diverse scene Spaeny ha utilizzato delle scarpe con rialzo e nei dialoghi è stata ampiamente usata la tecnica del controcampo, nella quale viene mostrato un solo oratore alla volta.

Lo stesso Elordi ha raccontato come, in alcune occasioni, la sua statura abbia rappresentato un ostacolo: «Tutti mi dicevano che non avrei mai lavorato, perché (i registi) non sarebbero stati in grado di farmi interagire con gli altri, o non sarebbero stati in grado di sollevare la telecamera abbastanza in alto», disse nel 2020 in un’intervista a GQ. Alla fine le cose sono andate diversamente, e da un paio d’anni Elordi è uno degli attori più richiesti del momento. Ha recitato in film di buon successo come Acque profonde e Saltburn (per cui ha ottenuto una candidatura al premio come miglior attore non protagonista ai BAFTA), dal 2015 interpreta il ruolo di Nate Jacobs nella serie tv Euphoria, prodotta da HBO, e l’anno prossimo interpreterà Frankenstein nel remake diretto da Guillermo del Toro.

Elordi sarà anche nel film di Paul Schrader Oh, Canada, incentrato sulla vita Leonard Fife, un regista di documentari: interpreterà la versione giovanile del protagonista, interpretato da Richard Gere. La giornalista di Vulture Lane Brown ha scritto che Schrader le ha raccontato che, per l’occasione, ha fatto sì che l’altezza di Gere risultasse aumentata «di almeno quindici centimetri».