Il Venezuela ha ordinato ai dipendenti di un’agenzia dell’ONU per i diritti umani di lasciare il paese entro tre giorni
In Venezuela il governo del presidente Nicolás Maduro ha ordinato ai dipendenti dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani (OHCHR) di lasciare il paese entro i prossimi tre giorni. Il ministro degli Esteri Yvan Gil ha annunciato la decisione e ha detto che nei prossimi 30 giorni il paese condurrà una «revisione olistica» delle condizioni di collaborazione con l’ONU. Una portavoce dell’OHCHR ha detto che l’agenzia sta «valutando i prossimi passi».
#Comunicado Venezuela anuncia su decisión de suspender las actividades de la Oficina Técnica de Asesoría del Alto Comisionado de Naciones Unidas para los Derechos Humanos en Venezuela y realizar una revisión integral de los términos de cooperación técnica descritos en la Carta de… pic.twitter.com/6OUb85cCIf
— Yvan Gil (@yvangil) February 15, 2024
Negli ultimi giorni Michael Fakhri, un funzionario dell’OHCHR che si occupa di tematiche alimentari, aveva visitato il Venezuela e aveva poi diffuso dichiarazioni piuttosto critiche nei confronti delle politiche alimentari del governo di Maduro, sostenendo che queste non siano sufficienti a risolvere le reali cause della fame nel paese. Le affermazioni di Fakhri sono state molto criticate dai media statali venezuelani.
Inoltre questa settimana le Nazioni Unite e altre organizzazioni internazionali hanno espresso preoccupazione per l’arresto di Rocío San Miguel, un’attivista venezuelana molto critica nei confronti di Maduro. San Miguel è stata arrestata venerdì scorso con l’accusa di aver partecipato a un complotto per uccidere il presidente: per giorni non si sono avute sue notizie, e martedì i suoi avvocati hanno detto è detenuta in un carcere noto per essere particolarmente duro.
L’OHCHR opera in Venezuela dal 2019.