Il probabile vincitore delle elezioni in Indonesia ha un passato preoccupante
L'ex generale Prabowo Subianto è sospettato di violazioni dei diritti umani ai tempi della dittatura, e il timore è che con lui le istituzioni democratiche si indeboliranno
L’attuale ministro della Difesa indonesiano ed ex generale Prabowo Subianto si è proclamato vincitore al primo turno delle elezioni presidenziali che si sono tenute mercoledì 14 febbraio. Prabowo si è basato sui “conteggi rapidi” non ufficiali di quattro sondaggisti indipendenti, secondo cui avrebbe ottenuto circa il 58 per cento dei voti, più del doppio del secondo candidato più votato, l’ex governatore di Giacarta Anies Baswedan. Secondo le prime proiezioni, Prabowo avrebbe poi ottenuto più del 55 per cento dei voti. La presunta vittoria di Prabowo Subianto ha causato però già molte preoccupazioni che il futuro governo avrà ben poca considerazione dei diritti umani e che le istituzioni democratiche del paese ne usciranno indebolite.
Prabowo Subianto, 72 anni, fa parte del Partito del movimento della grande Indonesia, nazionalista e di destra. È molto vicino all’élite più tradizionale del paese, è sostenuto da gruppi islamici radicali che spesso agiscono come una sorta di polizia morale ed è l’ex marito della figlia del generale Suharto, dittatore dell’Indonesia per tre decenni tra il 1965 e il 1988. È anche un ex generale dell’esercito, che durante il suo periodo da militare era stato accusato di violazioni dei diritti umani commesse durante gli anni della dittatura: a Timor Est, in lotta per liberarsi dall’occupazione indonesiana, e in particolare del massacro avvenuto nel 1983 nella città di Kraras, quando centinaia di persone furono uccise.
Prabowo Subianto è anche accusato di aver organizzato il rapimento e la tortura di 22 attivisti prima delle manifestazioni antigovernative del 1998, quando era a capo dell’esercito. Dei 22 attivisti rapiti quell’anno, 13 risultano ancora dispersi. Prabowo ha sempre negato ogni responsabilità e non è mai stato perseguito formalmente, sebbene molti dei suoi uomini siano stati processati e condannati. Dopo la caduta del dittatore Suharto, fu tuttavia aperta un’indagine sulla sparizione degli attivisti, e Prabowo fu cacciato dall’esercito.
«L’inverno sta arrivando», ha detto Usman Hamid, direttore di Amnesty International Indonesia commentando la possibile vittoria di Prabowo: «Ma la lotta deve continuare, tutti i colpevoli devono essere assicurati alla giustizia». Muhamad Isnur, della Fondazione indonesiana per il supporto legale YLBHI, che promuove l’accesso alla giustizia e difende i diritti delle comunità emarginate, ha detto che l’elezione di Prabowo potrebbe essere «troppo dolorosa» per le famiglie delle persone scomparse nel 1998 e che stanno ancora lottando per avere giustizia: «Il risultato è quello che avevamo previsto. Ma siamo molto delusi». Gli accademici, i giornalisti e i gruppi della società civile dovrebbero prepararsi al peggio, ha detto sempre Muhamad Isnur: «Dobbiamo essere consapevoli dei rischi che potremmo correre in futuro e farci trovare preparati».
Negli scorsi anni, da ministro della Difesa, Prabowo aveva tentato di abolire l’elezione diretta degli amministratori regionali e aveva detto che l’Indonesia avrebbe avuto bisogno di un leader autoritario. Insieme a tutto il governo è stato inoltre accusato di aver annullato arbitrariamente le manifestazioni elettorali dei gruppi vicini agli altri candidati alla presidenza e aver intimidito gli oppositori.
Nel periodo precedente alle elezioni, poi, Prabowo è stato l’unico candidato presidenziale a non partecipare a un evento sulla libertà di stampa e a non rispondere a un questionario della ong Human Rights Watch sulle principali questioni relative ai diritti sociali e politici che riguardano gli indonesiani e le indonesiane.
Lo scorso anno, durante una conferenza sulla sicurezza dell’Asia a Singapore, Prabowo aveva proposto un piano di pace per l’Ucraina piuttosto favorevole alla Russia, contraddicendo apertamente la posizione del suo governo espressa all’ONU: secondo l’Economist, questo potrebbe essere il segnale che la sua leadership sarà imprevedibile anche a livello internazionale.
È ritenuto preoccupante anche il fatto che Prabowo abbia scelto come proprio vicepresidente Gibran Rakabuming Raka, figlio maggiore del presidente uscente Joko Widodo. Il meccanismo con cui questo è stato reso possibile ha creato molte preoccupazioni sulla salute della democrazia del paese: lo scorso ottobre il più alto tribunale dell’Indonesia (presieduto dal cognato di Widodo) aveva modificato le regole di ammissibilità alla vicepresidenza adattandole al figlio del presidente, che senza questi cambiamenti non avrebbe potuto candidarsi perché troppo giovane. Il tribunale aveva quindi abbassato l’età minima a 35 anni e aggiunto la clausola per il candidato di essere stato sindaco per almeno un mandato: è esattamente il caso di Gibran.
Prabowo è stato favorito non solo perché sostenuto da Widodo, che continua a essere piuttosto popolare, ma anche per la giovane età degli elettori, meno sensibili alle critiche sul suo passato controverso. In Indonesia il 25 per cento della popolazione ha meno di quindici anni, solo il 7 per cento ne ha più di sessantacinque e quasi quattro quinti degli indonesiani possiedono uno smartphone. Anche per questo Prabowo ha fatto ampio uso dei social media durante la campagna elettorale dando di sé un’immagine moderata e simpatica.
I risultati ufficiali delle elezioni sono attesi per il 20 marzo. Se nessuno dei candidati alla presidenza dovesse ottenere più del 50 per cento del totale dei voti espressi e almeno il 20 per cento dei voti in più della metà delle province del paese, si andrà al ballottaggio, previsto per il 26 giugno.