L’attacco di Israele all’ospedale Nasser, nella Striscia di Gaza
Era il più grande tra quelli ancora funzionanti: l'esercito aveva chiesto di evacuarlo mercoledì, sostenendo che al suo interno fossero nascosti miliziani di Hamas
Giovedì mattina l’esercito israeliano è entrato nel Nasser Medical Complex, nella città meridionale di Khan Yunis: era l’ospedale più grande rimasto aperto nell’intera Striscia di Gaza, e nelle ultime settimane era stato usato come rifugio da migliaia di palestinesi sfollati.
Mercoledì l’esercito israeliano aveva chiesto alle persone sane di evacuarlo, ma aveva detto che i pazienti e i dipendenti sarebbero potuti rimanere. Durante la notte ci sono stati vari bombardamenti e attacchi nei pressi dell’ospedale, che hanno preceduto l’arrivo delle truppe. La notizia dell’ingresso dell’esercito israeliano nel complesso è stata confermata sia da Israele che dal ministero della Sanità di Gaza, controllato da Hamas.
L’esercito israeliano ha detto di stare «conducendo un’operazione precisa e limitata all’interno di Nasser»: secondo Israele l’ospedale sarebbe usato dai miliziani di Hamas per nascondersi, e che all’interno della struttura ci sarebbero anche alcune delle persone prese in ostaggio dal gruppo nell’attacco del 7 ottobre. Hamas ha negato le accuse, dicendo che nel corso dell’operazione l’esercito israeliano ha ucciso una persona e ferito diverse altre.
Daniel Hagari, un portavoce dell’esercito israeliano, ha detto che nel corso dell’attacco sono arrestate state decine di persone che Israele sospetta essere membri di Hamas, tra cui anche alcuni miliziani che avrebbero partecipato in prima persona all’attacco di ottobre. Hagari ha aggiunto che giovedì sera, quindi ore dopo l’inizio dell’operazione, non erano ancora stati trovati ostaggi all’interno dell’ospedale.
Un’infermiera ha detto all’agenzia di stampa Associated Press che durante l’attacco l’esercito israeliano ha chiesto a tutto il personale sanitario e ai pazienti di spostarsi in un singolo edificio, mentre le truppe perquisivano gli altri reparti. Alcuni video circolati sui social mostrano le zone interne dell’ospedale piene di fumo, polvere e detriti. In alcuni si sentono degli spari, in altri si vedono pazienti trasportati su barelle o letti d’ospedale tra le macerie, e uno mostra delle persone che provano a bloccare una porta con sedie e tavoli. Alcuni video, ma non tutti, sono stati verificati da media internazionali tra cui Associated Press e BBC.
Su X (Twitter), l’ong Medici senza frontiere ha scritto che i propri dipendenti hanno dovuto «lasciare l’ospedale, lasciando lì i pazienti». L’organizzazione ha aggiunto che l’esercito israeliano stava controllando tutte le persone che lasciavano la struttura attraverso dei checkpoint, e un dipendente dell’ong è stato arrestato.
L’ospedale di Nasser si trova a Khan Yunis, una delle città principali del sud della Striscia che da settimane è circondata dai combattimenti: l’esercito israeliano aveva già ordinato l’evacuazione dei quartieri dietro l’ospedale a gennaio, e la linea del fronte di combattimento si era spostata sempre più vicino alla struttura, con frequenti bombardamenti nelle vicinanze. Secondo il personale medico dell’ospedale, negli ultimi giorni diverse persone erano state colpite dagli spari dei cecchini mentre si trovavano all’interno dell’area dell’ospedale.
A novembre l’esercito israeliano aveva attaccato un altro grande ospedale, quello di al Shifa, che si trovava nel centro della città di Gaza e sotto il quale l’esercito israeliano ha affermato di aver trovato prove di un complesso di tunnel utilizzato dai militanti di Hamas.
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