La Russia ha inserito Kaja Kallas, la prima ministra dell’Estonia, nella lista dei ricercati internazionali

(Leon Neal/Getty Images)
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Martedì la Russia ha inserito Kaja Kallas, la prima ministra dell’Estonia, nella lista dei ricercati internazionali: è la prima volta che questa categoria viene applicata a un capo di governo. Lo ha fatto sapere la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, che ha rivelato anche l’accusa a carico di Kallas, ossia la distruzione di monumenti dedicati alla memoria dei soldati sovietici. Dmitry Peskov, il portavoce del presidente russo Vladimir Putin, ha detto che Kallas «ha compiuto atti ostili contro il nostro paese e la nostra memoria storica».

Dal febbraio del 2022, quando ha avuto inizio l’invasione russa dell’Ucraina, Kallas ha disposto la rimozione di centinaia di monumenti di epoca sovietica presenti. È una questione molto dibattuta in Estonia, che fu una repubblica sovietica dal 1944 al 1991 e in cui tuttora quasi un quarto della popolazione è di etnia russa.

Kallas ha commentato la decisione del governo russo con una serie di messaggi su X (Twitter): «Il Cremlino crede che questa mossa silenzierà me e altri, ma non sarà così. Al contrario. Continuerò a sostenere fermamente l’Ucraina», ha scritto.

Insieme a Kallas sono stati inseriti nella lista anche il segretario di Stato estone Taimar Peterkop e Simonas Kairys, ministro della Cultura della Lituania.