La risposta di Joe Biden all’indagine sui documenti riservati
«Sono un uomo anziano, e so cosa diavolo sto facendo», ha detto, dopo che il procuratore speciale Robert Hur aveva criticato i suoi problemi di memoria
Giovedì sera il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha tenuto una conferenza stampa alla Casa Bianca per rispondere alle conclusioni del rapporto del dipartimento di Giustizia sul caso di alcuni documenti riservati che non aveva riconsegnato al termine della propria vicepresidenza, nel 2017. Ha risposto con particolare veemenza soprattutto ai passaggi del rapporto in cui si mette in dubbio la sua lucidità mentale a causa della sua anzianità.
Nel rapporto di 388 pagine, realizzato dal procuratore speciale Robert Hur, viene detto che Biden trattenne volontariamente documenti contrassegnati come riservati sulla guerra in Afghanistan e su altre questioni di sicurezza nazionale, ma anche che non dovrà affrontare procedimenti penali per questo motivo. Secondo il rapporto di Hur, che è Repubblicano, Biden disse di avere trovato documenti riservati in una delle proprie abitazioni ma non ci sono elementi per formulare accuse, visto che potrebbero essere stati portati in quella casa mentre Biden era vicepresidente e aveva quindi il diritto di trattenerli.
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In un passaggio del rapporto Hur segnala inoltre che difficilmente una giuria avrebbe condannato Biden in un processo, considerato il caso e il fatto che qualsiasi procedimento si sarebbe potuto svolgere solo al termine del suo mandato. Viene peraltro sottolineato come il presidente avrebbe spesso mostrato limiti nel ricordare fatti avvenuti in passato, per via della sua età (ha 81 anni).
«Abbiamo anche considerato che, al processo, Biden probabilmente si sarebbe presentato a una giuria, come ha fatto durante il nostro colloquio con lui, come un uomo anziano simpatico, benintenzionato e con una scarsa memoria. […] Sarebbe difficile convincere una giuria che dovrebbero condannare un ex presidente ultraottantenne di un grave crimine che richiede uno stato mentale di una persona in grado di atti intenzionali», scrive Hur.
In più di un’occasione il rapporto segnala come Biden fatichi a ricordare fatti passati, in base alle conversazioni avute con il presidente nel corso dell’indagine. Tra le altre cose in un passaggio Hur scrive che Biden a un certo punto «non ricordava quando era vicepresidente», non ricordava con esattezza quando era finito il suo mandato e quando era iniziato, e non ricordava nemmeno quando suo figlio Beau era morto (morì nel 2015 per un tumore al cervello, all’età di 46 anni, ndr).
Sono tutti passaggi che potrebbero essere usati da Donald Trump, probabile candidato dei Repubblicani alle elezioni presidenziali di novembre, per screditare Biden, che invece sarà quasi certamente il candidato dei Democratici. Anche per questo motivo Biden ha voluto rispondere a queste accuse nel corso della conferenza stampa di giovedì sera. Tra le altre cose ha detto che «la mia memoria sta bene» e a una domanda diretta al riguardo posta da un giornalista della tv conservatrice Fox News ha risposto: «Sono un uomo anziano, e so cosa diavolo sto facendo. La mia memoria è messa così male che ti lascio parlare».
In un altro momento della conferenza stampa ha mostrato particolare irritazione per come il procuratore speciale ha parlato della presunta scarsa memoria del presidente riguardo alla morte del figlio Beau. «Come diavolo osa sollevare un dubbio del genere? Non ho bisogno che nessuno mi ricordi quando è morto».
Nel caso di Biden, i documenti comprendevano appunti scritti a mano nel 2009 all’allora presidente degli Stati Uniti Barack Obama, nei quali segnalava di essere contrario a un aumento dell’impegno militare dell’esercito statunitense in Afghanistan; altri documenti riservati erano su riunioni di intelligence e di sicurezza nazionale. La documentazione era stata trovata tra il 2022 e il 2023 nella residenza privata di Biden nel Delaware e in un suo ufficio privato, che aveva utilizzato dopo essere stato vicepresidente di Obama e prima di diventare presidente, fra il 2017 e il 2021.
Nella conferenza stampa Biden ha voluto sottolineare le differenze tra il caso che lo ha riguardato e quello in cui è coinvolto l’ex presidente Donald Trump, sempre legato a numerosi documenti riservati ritrovati a Mar-a-Lago, un resort in Florida dove Trump ha anche una sua residenza privata. Biden ha detto che i documenti al centro del caso che lo ha riguardato sono stati trovati nella sua casa privata, e non in «un luogo aperto al pubblico» come Mar-a-Lago.