Chi è Oleksandr Syrskyi, il nuovo capo dell’esercito ucraino
Ha 58 anni e finora aveva guidato le forze di terra con molti successi, ma non è molto popolare
Giovedì, dopo mesi di tensioni, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha rimosso dall’incarico di comandante in capo dell’esercito ucraino il generale Valery Zaluzhny, e lo ha rimpiazzato col generale Oleksandr Syrskyi, finora a capo delle forze di terra. Syrskyi ha 58 anni e sotto la sua guida l’esercito ucraino ha ottenuto alcune delle più importanti vittorie militari da quando la Russia ha invaso il paese.
Fu Syrskyi a guidare la difesa della capitale ucraina Kiev nelle primissime settimane di guerra, motivo per cui mesi dopo fu insignito dell’onorificenza di “Eroe dell’Ucraina”, la più importante e prestigiosa del paese. Il 24 febbraio del 2022 la Russia invase l’Ucraina da più direzioni, puntando a conquistare in breve tempo Kiev e con tutta probabilità a instaurare un governo filorusso: sotto la guida di Syrskyi l’esercito ucraino combatté per settimane, prima resistendo ai tentativi russi di accerchiamento della città e poi contrattaccando, fino al completo ritiro dei russi a inizio aprile.
Syrskyi fu anche il generale che pianificò e guidò la controffensiva dell’autunno del 2022 nella zona di Kharkiv, città nell’est dell’Ucraina, in cui dopo mesi di combattimenti contro i russi l’esercito ucraino riuscì a riconquistare una serie di città, tra cui Izyum.
Nonostante questi successi, Syrskyi è considerato un personaggio piuttosto impopolare tra i soldati ucraini e la sua nomina attirerà probabilmente diverse critiche. Syrskyi fu molto contestato, sia dall’esercito che da alcuni analisti militari, per l’insistenza e l’ostinazione con cui guidò la difesa di Bakhmut nonostante la morte di moltissimi soldati. Bakhmut è una piccola città ucraina del Donbass, non particolarmente importante dal punto di vista strategico, su cui però si sono concentrati per mesi gli sforzi di entrambe le parti, con una battaglia durata oltre nove mesi che di fatto è stata la più lunga e sanguinosa di tutta la guerra.
Syrskyi fu contestato perché di fatto si ostinò a far combattere i soldati ucraini, con grandi perdite, anche quando a Bakhmut non era di fatto rimasto più nulla: secondo molti avrebbe dovuto valutare un ritiro e portare in salvo l’esercito.
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Syrskyi è nato nel luglio del 1965 nella regione russa di Vladimir. Vive in Ucraina dagli anni Ottanta, è sposato e ha due figli. Come molti altri membri dell’esercito ucraino ha studiato a Mosca, in Russia, alla Scuola superiore di comando militare, e per alcuni anni all’inizio della sua carriera ha prestato servizio nell’esercito russo. Secondo alcuni analisti militari il suo modo di guidare l’esercito è improntato a una formazione rigidamente gerarchica, tipica della tradizione sovietica.
Prima di essere nominato capo delle forze di terra dell’esercito ucraino, nel 2019, aveva guidato le forze ucraine in alcuni dei combattimenti nel Donbass, la regione orientale ucraina in cui di fatto è in corso una guerra con i russi dal 2014. Fu in quel periodo che per via delle sue capacità venne soprannominato il “Leopardo delle nevi”.
Per capire che conseguenze avrà la nomina di Syrskyi a capo dell’esercito ucraino ci vorrà tempo, anche tenendo conto di come Zelensky riformerà il resto della leadership militare ucraina, come ha detto di voler fare. La situazione per l’esercito ucraino, comunque, è da tempo complicata: sul campo non ci sono grossi avanzamenti da mesi, la Russia ha ripreso a bombardare in modo molto intenso il paese raggiungendo anche Kiev, l’esercito ucraino ha bisogno di nuove armi e munizioni e il sostegno dei governi occidentali, per varie ragioni anche interne, è da tempo più vacillante che all’inizio della guerra.