Una canzone di James Taylor
Di cambiamenti e jukebox
Le Canzoni è la newsletter quotidiana che ricevono gli abbonati del Post, scritta e confezionata da Luca Sofri (peraltro direttore del Post): e che parla, imprevedibilmente, di canzoni. Una per ogni sera, pubblicata qui sul Post l’indomani, ci si iscrive qui.
Non dirò niente di ulteriormente irrispettoso nei confronti della scelta di Billy Joel di pubblicare questa nuova canzone: ma ho ritrovato una bella intervista con Stephen Colbert dei tempi (fino a pochi mesi fa) di quando spiegava che non c’era nessuna ragione di pubblicare ancora altre cose. E in cui dice quali sono le sue cinque canzoni preferite di Billy Joel: Vienna , And so it goes , You may be right , She’s right on time , e – numero uno – Scenes from an italian restaurant. Strane scelte la terza e la quarta, direi, ma ognuno ha il suo Billy Joel preferito, e pure Billy Joel (al quale invece fa schifo We didn’t start the fire ).
La ruggente storia dei sintetizzatori, raccontata sul Post da Stefano Vizio.
Reincollo tal quale dall’anno scorso:
Come i più fedeli immagineranno, questa newsletter non si occuperà di Sanremo, salvo sorprese: Sanremo non è una cosa che riguarda la musica, meno che mai – con rarissime eccezioni – la buona musica (malgrado una recente narrazione autoindulgente si sia venduta un “miglioramento” delle canzoni per il solo fatto di avere arruolato insignificanti giovani accanto agli insignificanti vecchi che c’erano già). Che non vuol dire che Sanremo non sia divertente, come capita a certi programmi televisivi, e come il divertimento e il coinvolgimento generali – per quanto volatili – dimostrano. Io però so che invece mi annoio, e borbotto, e mi annoio del mio borbottare (figuratevi cosa divento per gli altri), quindi credo proprio che non lo guarderò, e questo vi spieghi già le mie eventuali mancanze sulle conversazioni di questa settimana.
(tra l’altro, scopro che per essere uno che si crede insofferente di Sanremo, ne ho scritto nel tempo ben sei pagine di post: “mi si nota di più…”)
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