L’annuncio del cancro di re Carlo III è stato diverso
Le comunicazioni ai media sono state abbastanza franche, soprattutto se paragonate agli eufemismi e alla segretezza della regina Elisabetta
Per gli standard della famiglia reale inglese, la comunicazione con cui re Carlo III del Regno Unito ha fatto sapere che gli era stata diagnosticata una forma di cancro è decisamente inusuale. La dichiarazione non conteneva molti dettagli: per esempio, non ha specificato quanto grave sia la sua situazione né di che tipo di cancro si tratti, limitandosi a dire che non è cancro alla prostata benché il re sia stato recentemente ricoverato in ospedale per un ingrossamento della prostata benigno. Diceva però che Carlo III aveva iniziato a sottoporsi a «cure periodiche» e che posticiperà tutti i suoi impegni pubblici programmati su suggerimento dei suoi medici.
Nonostante gli scarsi dettagli, si tratta comunque di una comunicazione particolarmente esplicita se paragonata ai precedenti della famiglia reale. La regina Elisabetta II, madre di Carlo, preferiva invece che si utilizzassero eufemismi di varia natura quando si parlava della sua salute: quando fu ricoverata in ospedale nell’autunno del 2021, pochi mesi prima della sua morte, la famiglia reale aveva fatto sapere solo che si trattava di «indagini preliminari» e che «restava di buon umore».
Secondo Valentine Low, giornalista esperta di famiglia reale che ha a lungo lavorato per il Times e che ha scritto della questione su Politico, Carlo III ha adottato «un approccio diverso» ai media e alla comunicazione. Nel caso dell’annuncio di lunedì, per esempio, la famiglia reale ha condiviso la notizia con i principali giornalisti che scrivono regolarmente della monarchia un’ora prima delle 18, orario in cui vengono trasmessi i telegiornali più seguiti del paese. «In questo modo i giornali hanno avuto il tempo di dedicare spazio alla notizia nell’edizione cartacea, e le emittenti televisive sapevano di dover aspettare [una notizia dalla famiglia reale]». Anche nel caso del ricovero legato all’ingrossamento della prostata a gennaio il re era stato piuttosto esplicito nel condividere quello che stava succedendo.
Il nuovo approccio alla comunicazione è probabilmente legato alla volontà di Carlo di guidare una monarchia più moderna di quella della madre, e quindi anche più aperta e chiara nei confronti del pubblico, abituato da decenni a consumare speculazioni e pettegolezzi sui tabloid in mancanza di informazioni dirette dalla famiglia reale. In questo senso è stata letta anche la decisione di Carlo di assumere Tobyn Andreae, ex vicedirettore del tabloid Daily Mail, per dirigere la sua strategia di comunicazione. «È una svolta rispetto al passato: quando la defunta regina era ancora viva, i suoi impegni venivano cancellati per “problemi di mobilità”, ma non ci veniva detto quali fossero questi problemi di mobilità», ha detto a Politico l’ex portavoce della stampa reale di Elisabetta II, Dickie Arbiter.
La maggiore apertura di Carlo nei confronti del proprio stato di salute è stata abbastanza apprezzata dalla stampa britannica, pur con alcune critiche. Per esempio Times ha scritto che «questa strategia corre il rischio di portare molte persone a credere che la sua condizione sia più preoccupante di quella che il palazzo lasci intendere. O, peggio ancora, che rilasci alcune informazioni per nasconderne delle altre».