Sei combattenti curdi sono stati uccisi in un attacco con droni contro una base statunitense in Siria
Le Forze Democratiche Siriane (SDF), la coalizione anti-ISIS di forze arabe e curde attiva in Iraq e Siria e sostenuta dagli Stati Uniti, ha fatto sapere che lunedì sei combattenti curdi sono stati uccisi in attacco compiuto con droni su una base statunitense nella Siria orientale.
L’attacco è stato rivendicato dalla Resistenza islamica, una milizia appoggiata finanziariamente e militarmente dall’Iran, che il 28 gennaio aveva compiuto un attacco contro una base statunitense in Giordania. Gli Stati Uniti avevano risposto venerdì, colpendo almeno 85 obiettivi, tra cui depositi di armi e munizioni, basi operative e centri dell’intelligence legati sia alle milizie sostenute dall’Iran sia alle Guardie rivoluzionarie, la forza militare più importante dell’Iran. Non erano però stati compiuti attacchi in territorio iraniano.
L’attacco di lunedì ha colpito la base di Al Omar, la più grande in Siria di una coalizione guidata dagli Stati Uniti. La missione statunitense a cui partecipano le SDF è attiva in Siria e Iraq dal 2014: nonostante l’ISIS sia stato ampiamente sconfitto in gran parte dei due paesi, ci sono ancora circa 2.500 soldati statunitensi in Iraq e circa 900 in Siria. L’Osservatorio siriano per i diritti umani ha commentato l’attacco dicendo che è stata la «prima risposta delle milizie iraniane contro le basi statunitensi dopo gli attacchi aerei degli Stati Uniti contro le postazioni delle milizie».