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  • Lunedì 5 febbraio 2024

Il fragile accordo del Senato americano su immigrazione e aiuti all’Ucraina

È il primo compromesso di questo tipo da mesi, ma alla Camera difficilmente passerà, per via dell'opposizione dei Repubblicani più radicali

Migranti al confine tra Messico e Stati Uniti (AP Photo/Christian Chavez)
Migranti al confine tra Messico e Stati Uniti (AP Photo/Christian Chavez)
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Il Senato degli Stati Uniti ha reso pubblico il testo di un atteso disegno di legge frutto di un accordo bipartisan che prevede nuove norme per contrastare l’immigrazione clandestina al confine con il Messico e al tempo stesso nuovi aiuti militari per l’Ucraina. L’accordo è frutto di una lunga discussione tra Repubblicani e Democratici, con questi ultimi che hanno la maggioranza al Senato per pochissimi voti: prevede in tutto uno stanziamento di circa 118 miliardi di dollari (110 miliardi di euro), di cui 20 miliardi destinati alle politiche sull’immigrazione, tema caro ai Repubblicani.

Altri 60 miliardi sono diretti allo stanziamento di aiuti militari per l’Ucraina, su cui da mesi i due partiti non riescono a trovare un compromesso per via dell’opposizione dei Repubblicani (che hanno la maggioranza alla Camera). L’accordo, insomma, è un modo dei Democratici di andare incontro ai Repubblicani su un tema per cui di norma avrebbero posizioni più progressiste, e ottenere in cambio lo sblocco dei fondi per l’Ucraina. Il Senato voterà il disegno di legge questa settimana, ma non sembra ci siano molte possibilità che possa passare invece alla Camera, dove i Repubblicani più radicali (soprattutto quelli più vicini all’ex presidente Donald Trump) hanno fatto già sapere che non hanno intenzione di sostenere l’accordo.

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Il disegno di legge prevede che venga reso più difficile chiedere l’asilo per i migranti irregolari che arrivano al confine con gli Stati Uniti dal Messico, oltre a un aumento dei finanziamenti per le agenzie che controllano la frontiera. Tra le altre cose prevede che il confine venga chiuso se gli attraversamenti dei migranti superano una soglia di 5.000 al giorno per una settimana, o di 8.500 in un solo giorno.

I Repubblicani più critici riguardo all’accordo sostengono che il testo non contenga misure sufficientemente dure e restrittive per contrastare l’immigrazione illegale. Ma soprattutto, secondo i media statunitensi, Donald Trump avrebbe dato ai politici più vicini a lui l’indicazione di non cercare alcun compromesso per questioni meramente elettorali. A novembre ci saranno le elezioni presidenziali, in cui Trump sarà con ogni probabilità il candidato dei Repubblicani, e il persistere dell’emergenza dovuta all’immigrazione è considerato un’arma elettorale potente: risolverla o mitigarla per i Repubblicani potrebbe essere controproducente.

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La gestione del tema immigrazione sarà centrale anche per la campagna di rielezione del presidente Democratico Joe Biden: il 68 per cento degli americani oggi ritiene che le sue politiche sulla questione siano state inefficaci. Anche per questo la sua amministrazione negli ultimi mesi si è dimostrata disponibile a scendere a compromessi, attirandosi le critiche da sinistra di chi ritiene che stia adottando sulla questione un approccio troppo conservatore.

Negli ultimi mesi la pressione migratoria sta aumentando notevolmente, e lo scorso dicembre gli ingressi certificati sono stati 300mila, un record per un singolo mese. Per di più i governatori Repubblicani degli stati del sud, come il texano Greg Abbott o Ron DeSantis in Florida, hanno iniziato a organizzare bus e aerei a spese del governo statale che trasportano le persone migranti verso città governate dai Democratici: Los Angeles, New York, Chicago, ma anche una località di villeggiatura come Martha’s Vineyard.

L’aumento consistente di persone di cui prendersi cura, spesso anche in condizioni climatiche complesse, ha creato problemi di gestione notevoli per le città, aumentando le pressioni sull’amministrazione Biden anche all’interno del proprio partito. Anche per questo Biden ha lodato apertamente e sostenuto l’accordo raggiunto al Senato, e ha rivolto un appello ai rappresentanti della Camera per votarlo: «Se credete come me che dobbiamo proteggere il confine ora, non fare nulla non è un’opzione. […] I Repubblicani della Camera devono decidere. Vogliono risolvere il problema? O vogliono continuare a fare giochi politici sulla questione del confine?».

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