La casa delle bambole più grande al mondo ha 100 anni
È quella della regina Maria del Regno Unito: è dotata di elettricità, acqua corrente e libri inediti scritti a mano da autori dell'epoca
In un libro del 1924 il saggista inglese Arthur Christopher Benson scrisse che la casa delle bambole della regina Maria (1867-1953) – cioè la moglie di Giorgio V del Regno Unito, il bisnonno dell’attuale re Carlo III – «era costruita per durare più a lungo di tutti noi». È la miniatura di una tipica dimora di inizio Novecento riprodotta nei minimi dettagli: la Royal Collection Trust, la fondazione che gestisce la collezione delle opere d’arte della famiglia reale britannica, la definisce «la casa delle bambole più grande e famosa del mondo».
Contiene centinaia di oggetti realizzati da 1.500 artisti e artigiani dell’epoca, come libri, bottiglie e strumenti musicali funzionanti, tutti in miniatura, e in effetti è arrivata perfettamente intatta fino a oggi: in occasione del suo centenario, per tutto il 2024, la si potrà osservare assieme a una mostra speciale al castello di Windsor, dove è conservata.
La casa delle bambole della regina Maria fu un dono della popolazione del Regno Unito alla consorte di Giorgio V dopo la fine della Prima guerra mondiale. Fu costruita tra il 1921 e il 1924, e la progettò l’architetto Edwin Lutyens con l’idea di renderla il più realistica possibile: per questo è dotata di elettricità, acqua corrente e persino piccoli ascensori funzionanti. È in scala 1:12, è alta circa un metro e mezzo e si divide in vari piani, nei quali si possono osservare per esempio la sala da pranzo, la biblioteca e le stanze di re e regina, ciascuna decorata con arredi e oggetti che spesso erano repliche di quelli delle vere residenze reali.
L’opera fu mostrata per la prima volta durante l’esposizione dedicata alle colonie dell’Impero britannico, che si tenne a Wembley nel 1924. L’anno successivo venne trasferita al castello di Windsor, in una stanza progettata sempre da Lutyens e restaurata di recente. Ha anche di un giardino e un garage che spuntano fuori da cassettoni laterali, con tanto di piante, automobili e biciclette.
Il sito della Royal Collection Trust racconta che l’idea di regalare una casa delle bambole alla regina Maria era stata della principessa Maria Luisa, cugina di Giorgio V e sua amica fin da bambina. La regina consorte amava molto le miniature e le decorazioni, così Maria Luisa la commissionò a Lutyens, che conosceva. I due scelsero insieme lo stile dell’opera e seguirono la sua realizzazione per assicurarsi che tutto fosse in ordine; decisero anche che la casa dovesse essere realizzata dal maggior numero di persone possibile, ognuna delle quali si sarebbe occupata di una piccola parte dell’opera, anche per ammortizzare i costi.
Alla fine ci lavorarono 250 artigiani, 60 decoratori, 700 artisti e 600 autori, che tra le altre cose si occuparono di scrivere i testi dei libri in miniatura contenuti nella biblioteca, che sono rilegati come volumi veri e si possono sfogliare e leggere. Dei quasi 600 che si trovano sugli scaffali, più di 170 sono scritti a mano da alcune delle autrici e degli autori più noti dell’epoca, tra cui Arthur Conan Doyle, Aldous Huxley, Thomas Hardy e la poeta Vita Sackville-West, nota anche per la sua relazione omosessuale con la celebre scrittrice Virginia Woolf, che invece pare avesse rifiutato di partecipare al lavoro. I volumi sono alti circa 4 centimetri e contengono poesie, storie, saggi o ricette.
Alcuni oggetti in miniatura contenuti nella casa delle bambole sono piuttosto stupefacenti. Tra questi ci sono un pianoforte con tasti funzionanti e gioielli della corona incastonati con veri diamanti, rubini e smeraldi, una macchina per cucire con fili e forbici che tagliano veramente e la riproduzione di un aspirapolvere della Hoover, il primo modello a scopa, inventato nel 1908.
Anche le camere da letto e gli studi sono decorati in ogni minimo dettaglio, con pareti rivestite di seta e imbottiture che hanno intarsiati i loghi del re e della regina. Ci sono, per esempio, un mobile da toeletta con spazzole, portagioie e bottiglie di profumo e una scrivania con lettere, candelabri e una miniatura di re Giorgio V: praticamente una miniatura a sua volta in miniatura.
Altri ambienti notevoli sono la cucina, la dispensa e la cantina, dove si possono notare teiere, bilance e utensili vari, ma anche barattoli di senape Colman’s o pacchetti di biscotti della McVitie’s, tutti marchi usati davvero dalla famiglia reale.
La cantina contiene oltre 1.200 bottiglie di vini, champagne, liquori e birre, che furono riempite con dei contagocce. Accanto al tavolo della cucina si può vedere anche un gatto seduto su una sedia.
Molti dei libri in miniatura di inizio Novecento erano stati scritti appositamente per la biblioteca e non erano mai stati pubblicati dai loro autori. Nel 2017 la storia di 1.100 parole che aveva scritto Sackville-West, A Note of Explanation, fu pubblicata in una replica del suo formato originale, per un’altezza di 2,5 centimetri e una larghezza di 1,75.
In occasione del centenario della casa delle bambole alcune scrittrici e scrittori hanno realizzato venti nuovi libri in miniatura, tra cui storie per l’infanzia: faranno parte della mostra e poi verranno portati nella Royal Library, sempre nel castello di Windsor.
La curatrice della mostra, Kathryn Jones, ha raccontato all’Independent che la casa delle bambole della regina Maria «è una fonte costante di meraviglia per i visitatori del castello di Windsor, irresistibile per gli adulti quanto per i bambini».
È d’accordo anche la regina Camilla, che ha un suo club letterario e sostiene alcuni gruppi di lettura. Sul sito della famiglia reale britannica Camilla ha scritto che la casa in miniatura «incanta generazioni di bambini e adulti che vengono ad ammirare le sue proporzioni perfette, l’attenzione straordinaria per i dettagli e, forse più di ogni altra cosa, il genio artistico evidente in ogni stanza».
– Leggi anche: Le miniature che riproducono le scene del crimine