La Corea del Sud ha un problema con gli influencer politici di estrema destra
Sono famosissimi su YouTube, propongono una retorica antifemminista e secondo alcuni sono collegati ai recenti casi di violenza politica nel paese
di Guido Alberto Casanova
Da anni il dibattito politico della Corea del Sud è profondamente influenzato da youtuber che si occupano regolarmente di commentare le notizie della giornata. Il sistema dei video di informazione online è piuttosto florido nel paese, ma ormai da tempo sta creando anche grosse preoccupazioni: i commentatori politici su YouTube – definiti “influencer politici” dai media – riprendono di frequente i discorsi tipici dell’estrema destra e fanno ampio ricorso a teorie del complotto, a tal punto che gli youtuber sudcoreani sono spesso stati ritenuti una delle ragioni dell’aumento della polarizzazione nel paese.
In alcuni casi, la loro retorica è stata anche collegata al recente aumento di casi di violenza politica: nell’ultimo periodo in Corea del Sud ci sono stati alcuni gravi attacchi contro esponenti politici, che hanno aperto la discussione sul ruolo degli “influencer di estrema destra” nel paese, anche se è complicato al momento stabilire collegamenti diretti tra i due fenomeni.
Negli ultimi anni il successo degli “influencer politici”, che pure ha corrispettivi simili anche in Europa e nel resto dell’Occidente, sta ridefinendo l’informazione nel paese ma soprattutto sta ridefinendo il rapporto che molti sudcoreani hanno con la politica.
YouTube è ormai sempre di più la piattaforma digitale preferita dai sudcoreani, con oltre 41 milioni di utenti mensili attivi e circa 104 miliardi di minuti guardati nel solo mese di ottobre dell’anno scorso. Per fare un confronto, nell’ottobre del 2021 i minuti guardati erano 67 miliardi. Oggi una parte consistente della popolazione sudcoreana per mantenersi informata ricorre più spesso a YouTube che ai giornali, alla televisione o alla radio.
L’abbandono dei tradizionali mezzi di comunicazione è cominciato tra il 2016 e il 2017, quando l’allora presidente conservatrice Park Geun-hye finì sotto inchiesta per corruzione e fu poi rimossa dal suo incarico.
Per molti conservatori lo scandalo politico che aveva coinvolto Park, accusata di aver abusato della propria posizione di potere per favorire una confidente personale, fu un colpo durissimo e fu vissuto come un tradimento da parte della stampa conservatrice che per prima aveva iniziato a indagare sulla vicenda. Park è la figlia di Park Chung-hee, il presidente sudcoreano anti-comunista che governò il paese in modo autoritario tra il 1963 e il 1979 ma che dette un contributo decisivo allo sviluppo economico della Corea: tanto che oggi, pur dopo la democratizzazione del paese, una larga parte della destra sudcoreana continua a ritenere Park un salvatore della nazione.
Per questo motivo la destituzione di sua figlia dal ruolo di presidente creò una profonda spaccatura tra l’elettorato di destra, specialmente quello più anziano che per esperienza vissuta continuava a provare una profonda reverenza per Park, e i media conservatori del paese.
È in questo periodo che molti commentatori politici attivi su YouTube cominciarono ad attirare l’attenzione di un pubblico conservatore che si sentiva abbandonato dai media tradizionali. Questa sfiducia per le grandi testate nazionali e la conseguente ricerca di nuove voci ha però finito per dare una grande esposizione a canali YouTube molto radicali e spesso legati ad ambienti religiosi, che durante la pandemia hanno diffuso informazioni false che hanno criticato gli sforzi del governo sudcoreano per contenere la diffusione del Covid-19.
A essere attratti dagli youtuber di estrema destra sono però soprattutto i giovani sudcoreani, specialmente gli uomini. Con un discorso semplicistico ma accattivante che fa leva su una certa dose di risentimento, alcuni commentatori politici su YouTube hanno adottato una dura retorica antifemminista, contraria alle politiche progressiste del precedente governo guidato da Moon Jae-in. In poco tempo, questi influencer sono diventati estremamente noti e hanno contribuito alla creazione di un forte movimento antifemminista in Corea del Sud: molti giovani uomini, oggi, sono convinti che nel paese sia in corso una cospirazione per colpire e svantaggiare il loro sesso.
La violenza politica
In questo contesto, è difficile attribuire responsabilità precise su chi abbia istigato l’attacco terroristico a sfondo politico avvenuto il 2 gennaio a Busan, quando un simpatizzante dell’estrema destra ha accoltellato il capo dell’opposizione liberale Lee Jae-myung. Stando però a quanto scoperto dalla polizia, il contenuto di un manifesto scritto dall’attentatore (in cui ammetteva di voler assassinare Lee Jae-myung per impedire a una presunta sinistra filo-nordcoreana di prendere il controllo del paese) confermerebbe l’ipotesi che si tratti di un crimine premeditato, e che l’attentatore avesse motivazioni politiche.
Molti dei passaggi del manifesto citati dalla polizia sono suonati come simili alla retorica impiegata dai canali di estrema destra attivi su YouTube e, secondo quanto scritto dalla stampa locale, l’attentatore sarebbe stato un consumatore abituale dei video degli influencer di estrema destra.
Non sarebbe nemmeno la prima volta che gli youtuber di destra vengono coinvolti in un episodio di violenza politica in Corea del Sud. Nell’estate del 2022, dopo il ritiro dalla politica dell’ex presidente Moon Jae-in, un numeroso gruppo di streamer – le persone che fanno dirette video sulle varie piattaforme – si radunarono nella piccola cittadina rurale dove l’ex presidente si era trasferito per organizzare una campagna di protesta permanente nei suoi confronti, che a un certo punto divenne piuttosto violenta e minacciosa.