Michelle O’Neill è la nuova prima ministra dell’Irlanda del Nord
È la prima volta per una esponente del partito nazionalista di sinistra Sinn Féin, favorevole alla riunificazione con l'Irlanda
Sabato pomeriggio Michelle O’Neill è stata nominata prima ministra dell’Irlanda del Nord. O’Neill è la vicepresidente del Sinn Féin, il partito nazionalista di sinistra storicamente favorevole alla riunificazione tra Irlanda e Irlanda del Nord: è la prima volta che una sua esponente diventa prima ministra. In passato l’incarico era sempre stato preso da politici di partiti unionisti, quindi favorevoli alla permanenza dell’Irlanda del Nord nel Regno Unito.
Nel suo discorso di insediamento O’Neill ha detto che la sua nomina «apre le porte al futuro» della nazione, ma non ha fatto alcun riferimento esplicito a una possibile riunificazione con l’Irlanda.
La nomina di O’Neill era ampiamente prevista: mercoledì era stato trovato un accordo tra il Sinn Féin e il Partito unionista democratico (DUP), un altro grande partito di stampo conservatore, che aveva permesso di sbloccare la formazione di un nuovo governo dopo uno stallo politico di quasi due anni. A maggio del 2022 il Sinn Féin vinse per la prima volta le elezioni, ma finora non era riuscito a trovare un accordo con il DUP.
Il funzionamento del governo dell’Irlanda del Nord, che ha un certo grado di autonomia rispetto al governo centrale del Regno Unito, è sancito dall’accordo del Venerdì Santo, firmato nel 1998 dopo trent’anni di lotte e scontri violenti tra indipendentisti e unionisti nordirlandesi (il periodo dei cosiddetti “Troubles”).
L’accordo prevede che il governo funzioni solo se i principali partiti dell’Irlanda del Nord, quindi al momento il Sinn Féin e il DUP, riescono a stipulare un accordo di condivisione del potere. Prevede che il primo ministro e i vice primi ministri abbiano pari poteri: uno deve per forza essere unionista, e l’altro nazionalista. Come vice prima ministra è stata nominata Emma Little-Pengelly, del DUP.
La maggioranza di governo sarà formata da Sinn Féin, DUP, Partito Unionista dell’Ulster (UUP) e Partito dell’Alleanza, mentre il Partito social democratico e Laburista sarà all’opposizione.
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Il compromesso trovato mercoledì tra DUP e Sinn Féin è stato mediato dal Regno Unito. La novità più importante riguarda la riduzione di alcuni controlli e pratiche burocratiche sulle merci in circolazione tra Gran Bretagna e Irlanda del Nord, cioè proprio l’ambito su cui finora si erano concentrate le proteste del DUP e il suo sistematico boicottaggio sul raggiungimento di qualsiasi accordo. I negoziati hanno inevitabilmente riguardato le nuove regole sugli scambi commerciali imposte a seguito della Brexit.
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