Gli Stati Uniti hanno risposto all’attacco contro la base militare in Giordania
Sono stati colpiti più di 85 obiettivi in Iraq e Siria, legati sia alle forze militari iraniane che a milizie affiliate al paese
Venerdì gli Stati Uniti hanno compiuto alcuni attacchi aerei in Iraq e in Siria contro decine di obiettivi legati all’Iran. Le azioni militari sono da intendersi come una risposta all’attacco compiuto domenica scorsa contro una base militare statunitense in Giordania, nel quale erano stati uccisi tre soldati e altri 30 erano rimasti feriti. La responsabilità dell’attacco è stata rivendicata da Resistenza islamica, una milizia sostenuta dall’Iran e basata in Iraq.
Il Centcom, l’unità del dipartimento della Difesa statunitense che si occupa delle operazioni militari in Medio Oriente, ha scritto su X (Twitter) che gli attacchi di venerdì hanno colpito più di 85 obiettivi tra cui varie basi operative, sedi dell’intelligence e depositi di armi e munizioni. I siti colpiti erano collegati sia alle milizie filoiraniane che alle Guardie rivoluzionarie, la forza militare più importante dell’Iran.
CENTCOM Statement on U.S. Strikes in Iraq and Syria
At 4:00 p.m. (EST) Feb. 02, U.S. Central Command (CENTCOM) forces conducted airstrikes in Iraq and Syria against Iran’s Islamic Revolutionary Guards Corps (IRGC) Quds Force and affiliated militia groups. U.S. military forces… pic.twitter.com/HeLMFDx9zY
— U.S. Central Command (@CENTCOM) February 2, 2024
L’agenzia di stampa statale dell’Iran ha detto che almeno 10 persone sono state uccise in Siria, tra cui tre di nazionalità irachena.
La vicenda si inserisce nell’ambito della guerra in corso tra Hamas e Israele nella Striscia di Gaza, iniziata lo scorso ottobre. La guerra sta creando tensioni in tutto il Medio Oriente: tra le altre cose, negli ultimi mesi vari gruppi armati sostenuti dall’Iran hanno fatto decine di attacchi con missili e droni contro le basi militari statunitensi in Siria e Iraq. Gli Stati Uniti sono tra i principali alleati di Israele, storico rivale dell’Iran.
Giovedì il segretario della Difesa Lloyd Austin aveva confermato l’intenzione di rispondere militarmente all’attacco di domenica contro la base militare statunitense in Giordania, ma aveva anche chiarito di voler evitare un ulteriore allargamento del conflitto nella regione: «Ci sono modi per gestire questa cosa senza che vada fuori controllo, e questo è stato il nostro obiettivo nell’elaborare una risposta», aveva detto.
In un comunicato diffuso dopo gli attacchi, il presidente Joe Biden ha detto che gli Stati Uniti «non cercano il conflitto in Medio Oriente e in nessun’altra parte del mondo, ma è bene che chiunque pensi di danneggiarci sappia questo: se colpisci l’America, noi risponderemo». Il presidente ha aggiunto che gli attacchi in Medio Oriente «continueranno nel momento e nel luogo che sceglieremo».
Venerdì pomeriggio, poche ore prima dell’inizio degli attacchi, Biden aveva partecipato a una cerimonia per il ritorno in patria delle salme dei tre soldati uccisi in Giordania. L’evento si è svolto nella base dell’aeronautica militare di Dover, in Delaware, e oltre a Biden e alla moglie Jill erano presenti anche il segretario Austin e il generale Charles Q. Brown, capo di stato maggiore della Difesa.