Harry Styles, un maschio nuovo
Dopo gli One Direction è diventato una popstar di fama planetaria e ha sfidato l'idea di mascolinità: oggi compie 30 anni
Quando compì vent’anni, l’1 febbraio 2014, Harry Styles era già famoso. Faceva parte di una delle boy band più amate del momento, gli One Direction: Midnight Memories, il loro terzo disco, era stato l’album più venduto al mondo nel 2013. Il Where We Are Tour, la serie di concerti negli stadi che accompagnò l’uscita dell’album, avrebbe ottenuto un enorme successo, vendendo poco meno di 3 milioni e mezzo di biglietti nel corso di una settantina di date. Milioni di persone – soprattutto ragazze e giovani donne – erano insomma già fan sfegatate, sue e dei suoi compagni di band. Per tantissime altre persone, però, era solo «uno degli One Direction», o addirittura un nome del tutto sconosciuto.
Dieci anni dopo, il suo livello di fama è completamente diverso. Da quando, nel 2017, è uscito il suo primo singolo da solista, “Sign of the Times”, una lunga ballad che piacque molto anche alla critica e al pubblico più raffinato, Styles ha raggiunto un pubblico molto più ampio, riempiendo da solo anche stadi più grandi di quelli dove aveva suonato con gli One Direction. È comparso in qualche film, da Dunkirk di Christopher Nolan a Don’t worry darling di Olivia Wilde, distopia in cui ha interpretato il ruolo di protagonista a fianco di altri nomi celebri, come gli attori Florence Pugh e Chris Pine. E, soprattutto, ha attirato moltissima attenzione per il suo stile fluido e molto riconoscibile, composto spesso e volentieri da abiti che per design, colore o materiale sono tradizionalmente indossati più dalle donne che dagli uomini.
Così Styles ha spesso attirato le critiche dei più conservatori e gli apprezzamenti di molti esperti di moda e costume, che ne hanno parlato come di un modello di mascolinità positiva, a proprio agio nell’indossare abiti e colori eclettici e nel sostenere cause vicine al femminismo e alla comunità LGBTQ+.
Harry Styles è nato l’1 febbraio 1994 a Redditch, una cittadina della contea del Worcestershire, in Inghilterra. A sedici anni, dopo un’infanzia piuttosto tranquilla e un’esperienza in una piccola band locale, fece un’audizione come concorrente solista per partecipare al talent show musicale X Factor. Non venne selezionato. L’ideatore e conduttore del programma Simon Cowell ebbe allora l’idea di metterlo assieme ad alcuni altri giovani solisti che non erano stati selezionati – Niall Horan, Liam Payne, Louis Tomlinson e Zayn Malik – per creare una band che partecipasse al programma nella categoria “Gruppi”.
Insieme i cinque scelsero il nome One Direction, parteciparono a X Factor arrivando terzi, ma guadagnando una notevole popolarità nel Regno Unito. Per qualche anno furono una delle boy band più amate del mondo: si presero una pausa nel 2016, dopo che Malik aveva lasciato il gruppo, e poi non hanno più suonato insieme. Da allora Styles alterna periodi di forte esposizione mediatica in cui si esibisce live o appare spessissimo in programmi televisivi e riviste a periodi in cui non si sa bene cosa faccia per mesi, anche perché da tempo non usa più i social network.
Tra i vari membri degli One Direction, Styles è senza dubbio quello che ha avuto la carriera solista di maggior successo: secondo il giornalista Ben Beaumont-Thomas, sarebbe anzi «una star che si è mostrata capace di affrontare una delle transizioni più difficili dell’industria musicale, quella da membro di una boy band ad artista solista, con un’eleganza ancora superiore a quella di suoi illustri predecessori come Justin Timberlake e Robbie Williams».
I suoi concerti sono descritti come spettacoli particolarmente riusciti, capaci di trascinare e appassionare anche persone che non conoscono bene la sua discografia: l’energia di Styles, che sul palco corre, salta, balla e si ferma a chiacchierare con il pubblico tra una canzone e l’altra, è considerata dagli appassionati una delle sue più grandi qualità. Spesso, queste chiacchierate finiscono per diventare momenti importanti per i suoi fan: è successo varie volte che persone presenti ai suoi concerti gli avessero chiesto una mano a dire ai loro genitori di essere gay o di confessare il proprio amore a qualcuno.
Al di là del rapporto strettissimo con i fan, a livello musicale tutti gli album che ha pubblicato – Harry Styles, Fine Line e Harry’s House – sono stati accolti favorevolmente dalla critica e dal pubblico, portandolo a vincere anche diversi Grammy, cioè i principali premi dell’industria discografica statunitense che vengono assegnati tenendo in conto soprattutto le vendite e la popolarità e meno i giudizi della critica. Nel 2021 Styles ha ottenuto quello per la miglior interpretazione pop solista per la canzone “Watermelon sugar”, uno dei tormentoni estivi di quell’anno; nel 2023 Harry’s House è stato scelto come album dell’anno. Per mesi, tra il 2022 e il 2023, è stato difficilissimo ascoltare la radio senza sentir passare almeno una volta il suo singolo “As it was”.
Una parte non indifferente della fama di Styles è dovuta al fascino del personaggio che è riuscito a creare. In pochi anni si è trasformato da un cantante molto bello tra i tanti, all’uomo dall’estetica inconfondibile che è oggi: ricoperto di tatuaggi, con le unghie colorate di smalto, vestito con camicette, completi sbrilluccicanti, boa di piume e altri accessori sgargianti. «Una caratteristica degna di nota della carriera solista di Styles è stata la decisione di abbracciare pienamente uno stile non convenzionale», ha scritto il giornalista Tom Lamont sul Guardian. «Alcune delle sue scelte hanno alimentato un’importante discussione politica sul rapporto tra la moda e l’espressione di genere».
Alcuni degli outfit che ha indossato negli ultimi anni sono particolarmente memorabili. Nel 2019 si presentò al Met Gala, una delle più dispendiose e scenografiche serate di beneficenza del mondo della moda e dello spettacolo, indossando una camicetta trasparente e femminile, e un orecchino di perla. Nel 2020 diventò il primo uomo ad apparire da solo su una copertina di Vogue, indossando un lungo abito bianco e nero di Gucci: lo shooting fece discutere moltissimo per via di alcune critiche ricevute da esponenti della destra americana, secondo cui Styles non sarebbe stato abbastanza «mascolino».
Da allora ha indossato boa di piume lilla e un’enorme giacca di piume fucsia, vestitini da scolaretta a scacchi e salopette coperte di glitter arcobaleno, tute argentate, scarpe col tacco, collane di perle, foulard e sciarpette. Ha anche lanciato una linea di smalti e creme, Pleasing, e una linea di vestiti in collaborazione con Gucci.
Styles ha sempre detto che non gli piace l’idea di limitare il proprio stile solo perché alcuni vestiti sono tradizionalmente associati al genere femminile e non a quello maschile, in cui lui si identifica. Un pezzo di critica ha molto lodato il fatto che un uomo così famoso abbia deciso di mostrarsi a proprio agio con uno stile non ascrivibile a uno specifico genere. D’altra parte però Styles è stato spesso accusato di servirsi di un’estetica che ribalta le aspettative che si hanno normalmente per un uomo etero soltanto per attirare fan appartenenti alla comunità LGBTQ+, appropriandosi del loro stile e del loro approccio alla fluidità di genere senza rischiare le stesse conseguenze che potrebbe avere un ragazzo comune, se si vestisse come lui.
Styles ha detto da tempo di voler separare la vita privata dal personaggio pubblico, e quindi di non voler confermare né smentire tutte le voci che circolano sul suo conto, anche se questo significa attirare qualche critica. Nonostante questo, i giornalisti gli hanno fatto spesso domande sul suo stile e sul suo orientamento sessuale. «Penso che ci sia così tanta mascolinità nell’essere vulnerabili e nel permettersi di essere femminili, e mi sento molto a mio agio a farlo», ha detto una volta in una conversazione con l’attore Timothée Chalamet, un altro uomo che negli ultimi anni ha sperimentato molto con il proprio vestiario. «Crescendo non sai nemmeno cosa significano quelle cose. Hai tutti questi preconcetti di cosa significhi essere mascolino, ma man mano che cresci e sperimenti di più il mondo, ti senti più a tuo agio con chi sei».
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