• Mondo
  • Giovedì 1 febbraio 2024

L’emergenza per la siccità è arrivata anche a Barcellona

Da venerdì il governo locale ha annunciato un'estensione delle misure per limitare i consumi d'acqua: riguarderanno l'80 per cento della popolazione della Catalogna

Un uomo trasporta bottiglie d'acqua a Gualba, un paese a 50 chilometri da Barcellona
Un uomo trasporta bottiglie d'acqua a Gualba, un paese a 50 chilometri da Barcellona (AP Photo/Emilio Morenatti)
Caricamento player

Il governo della Catalogna, una comunità autonoma della Spagna, ha esteso le misure di emergenza per la siccità a 202 comuni della regione, fra cui il capoluogo Barcellona e tutta la sua area urbana. Le misure, già in vigore in alcuni comuni, coinvolgeranno 6 milioni di persone, cioè l’80 per cento dei 7,5 milioni di abitanti della Catalogna. Da più di tre anni nella regione è in corso una grave siccità: in alcune zone non ha piovuto neanche una volta. Le parti più colpite sono quelle nel nord della regione e sulla costa.

Le misure di emergenza entreranno in vigore venerdì, e impongono una riduzione dell’80 per cento al consumo di acqua per l’agricoltura, del 50 per cento per l’allevamento e del 25 per cento per le attività industriali. Limitano inoltre il consumo domestico giornaliero a 200 litri d’acqua a persona. Sarà vietato anche attivare le fontane ornamentali, lavare le auto (salvo negli autolavaggi che riciclano l’acqua), riempire le piscine, fra le altre cose. Le misure resteranno in vigore per almeno 15 mesi.

– Leggi anche: Il piano del governo italiano per evitare i danni delle siccità future

L’ultima grande siccità in Catalogna fu fra il 2007 e il 2008: le misure attuali sono state pensate proprio sulla base delle esperienze di quegli anni. La legge prevede vari stadi per le situazioni di siccità: preallerta, allerta, eccezionalità ed emergenza. A sua volta la situazione di emergenza è divisa in tre fasi diverse: quella proclamata giovedì è la prima. Le altre due prevedono restrizioni anche maggiori.

Dal 2008 a Barcellona è stato costruito il più grande impianto di desalinizzazione dell’acqua marina d’Europa, che produce il 33 per cento dell’acqua potabile della città. Un altro 25 per cento deriva dal riciclo delle acque reflue. Senza questi sistemi la situazione del sistema idrico cittadino sarebbe molto più grave, ma il costo per produrre un litro di acqua desalinizzata in media è tre volte superiore a quello necessario per prenderne uno da fiumi e laghi artificiali, e consuma moltissima energia.

La siccità in Catalogna, e soprattutto a Barcellona, è aggravata dai turisti: se il consumo medio di acqua fra i residenti è di 163 litri al giorno, secondo le associazioni di categoria quello fra gli ospiti di un hotel a 5 stelle è di 242, al di sopra del limite consentito dai regolamenti di emergenza. Ma nonostante questo il settore che consuma più acqua è l’agricoltura, che in Spagna costituisce l’80 per cento della domanda di acqua.

– Leggi anche: Se piove finisce la siccità?

Il presidente della regione Pere Aragonès ha detto che la siccità attuale, iniziata più di tre anni fa, è la peggiore dall’inizio delle rilevazioni, nel 1916. Le misure proclamate giovedì sono scattate dopo che il livello dei bacini artificiali delle zone interessate dall’emergenza è sceso sotto il 16 per cento del livello medio. Le siccità non sono una novità in Spagna, ma sono aggravate dal cambiamento climatico e dallo sfruttamento in alcuni casi eccessivo dei pochi fiumi per irrigare i campi.

– Leggi anche: L’area naturale più grande della Spagna non è gestita come si deve