Un narcotrafficante iraniano è stato accusato di avere pianificato l’omicidio di due suoi connazionali rifugiati negli Stati Uniti
Lunedì Naji Sharifi Zindashti, un trafficante di droga iraniano, è stato incriminato negli Stati Uniti con l’accusa di avere pianificato l’omicidio di due rifugiati iraniani che vivono nello stato americano del Maryland.
Secondo quanto sostenuto dall’accusa, tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021 Zindashti contattò tramite un’app di messaggistica due cittadini canadesi, Damion Ryan e Adam R. Pearson (quest’ultimo membro degli Hells Angels, un’associazione di motociclisti americana, considerata criminale dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti), incaricandoli di uccidere i dissidenti. Si conosce anche l’entità della somma di denaro che Zindashti ha pagato a Ryan e Pearson per compiere l’omicidio: 350mila dollari, più altri 20mila per coprire le spese di viaggio.
Zindashti comunicò con Ryan e Pearson su SkyECC, un’app di messaggistica utilizzata dagli esponenti di alcune associazioni criminali per comunicare in via riservata. Stando alle chat visionate dalle autorità statunitensi, l’operazione avrebbe dovuto coinvolgere anche un’altra persona, la cui identità è attualmente sconosciuta: alla fine il piano non fu portato a termine.
Non è la prima volta che un membro degli Hells Angels viene collegato all’Iran. A dicembre un tribunale di Düsseldorf, in Germania, aveva condannato un uomo per aver tentato di bruciare una sinagoga su richiesta di un ex membro del gruppo, che secondo la magistratura tedesca ha contatti con diversi funzionari di Teheran.
Zindashti ha 49 anni ed è descritto come uno stretto collaboratore del governo iraniano, che lo avrebbe messo a capo di una rete incaricata di uccidere i dissidenti rifugiati all’estero. Tra le altre cose, l’intelligence turca ritiene che sia il mandante dell’omicidio di Habib Chaab, un attivista iraniano naturalizzato svedese rapito durante una visita in Turchia nel 2020 e successivamente condannato a morte e poi ucciso in Iran.