Macron sta cercando una soluzione alle proteste degli agricoltori francesi
Ha annunciato diverse misure a loro favorevoli, e nelle prossime ore ne arriveranno altre
Il governo francese guidato da Emmanuel Macron sta cercando di venire incontro alle richieste delle associazioni di categoria degli agricoltori francesi, che ormai da una settimana stanno organizzando proteste e blocchi delle strade in varie zone del paese per protestare contro la scarsa attenzione del governo, a loro dire, nei loro confronti.
Già la settimana scorsa il primo ministro Gabriel Attal aveva annunciato di voler mantenere gli sgravi fiscali per acquistare carburante per i trattori, che l’anno prima lo stesso governo aveva annunciato di volere progressivamente cancellare. Attal aveva anche promesso lo snellimento di alcune procedure burocratiche per i proprietari di piccole aziende agricole, e maggiori fondi per l’agricoltura dal bilancio nazionale.
Le promesse di Attal però non avevano soddisfatto le associazioni di categoria, che hanno continuato a protestare. Lunedì secondo stime della polizia francese fornite ad Agence France-Presse circa diecimila agricoltori hanno manifestato in tutto il paese, a bordo di 5.000 macchinari agricoli, bloccando diverse strade e autostrade.
Lunedì sera Attal ha ricevuto il presidente della principale associazioni di categoria degli agricoltori, la Fédération nationale des syndicats d’exploitants agricoles (FNSEA). Un portavoce del governo ha fatto sapere che martedì 30 gennaio verranno annunciate altre misure per venire incontro alle richieste degli agricoltori.
Le proteste degli agricoltori francesi si aggiungono a quelle organizzate nelle ultime settimane in vari paesi europei fra cui Germania, Paesi Bassi, Polonia, Spagna, Regno Unito e Serbia, oltre che ovviamente in Italia. In Germania le motivazioni della protesta erano pressoché identiche a quelle degli agricoltori francesi: il programmato aumento di una tassa sul carburante dei macchinari agricoli. Più in generale diversi agricoltori si oppongono alle conseguenze dirette e indirette del Green Deal europeo, una serie di misure promosse dall’Unione Europea per rendere più sostenibili e meno dannosi per l’ambiente la produzione di energia e lo stile di vita di cittadini e cittadine.
Dall’inizio delle proteste anche il governo francese sta cercando di indirizzare il malcontento degli agricoltori verso l’Unione Europea. Politico ha osservato che il governo «sta facendo pressione sull’Unione affinché abbandoni alcune misure che promuovono una maggiore sostenibilità, limiti le importazioni di cibo dall’Ucraina, e rallenti la finalizzazione di un accordo commerciale con i paesi del Sud America: tutti elementi che considera come minacce per il settore agricolo francese».
Un recente sondaggio mostra che i francesi sono estremamente solidali con le proteste degli agricoltori: l’82 per cento degli intervistati si dice d’accordo con le loro richieste, un dato superiore di una decina di punti al consenso di cui godette il movimento dei “gilet gialli” nelle prime settimane delle loro proteste, nel 2019.
Anche in Francia, come in altri paesi europei, l’estrema destra sta cercando di strumentalizzare le proteste degli agricoltori per raccogliere consensi in vista delle elezioni europee di giugno. Due giorni fa la leader del Rassemblement National, il principale partito di estrema destra francese, Marine Le Pen, ha partecipato alle proteste salendo a bordo del trattore di un manifestante.
Soutien à nos agriculteurs ! 🇫🇷 pic.twitter.com/kFGrfX0wed
— Marine Le Pen (@MLP_officiel) January 28, 2024