Come Jannik Sinner è arrivato a vincere il suo primo Slam
Lavorando tantissimo sui punti deboli del suo tennis, ignorando le critiche e acquisendo la consapevolezza per battere stabilmente i migliori
Il tennista italiano Jannik Sinner a 22 anni ha vinto il suo primo torneo del Grande Slam agli Australian Open, al culmine di un periodo di crescita per certi versi impronosticabile, almeno per l’improvvisa rapidità con cui sono arrivati i miglioramenti negli aspetti che erano considerati più critici del suo gioco e per il livello di consapevolezza raggiunto. L’anno scorso, in questo stesso periodo, Sinner era stato eliminato dagli Australian Open ai quarti di finale, era il tennista numero 17 del ranking mondiale e molti cominciavano a dubitare che sarebbe stato in grado di soddisfare le grandi aspettative che ci sono su di lui fin da quando è entrato nel circuito professionistico.
A un anno di distanza Sinner è saldamente il numero 4 del ranking, la posizione più alta mai raggiunta da un italiano (al pari di Adriano Panatta negli anni Settanta), e anzi: per come sta giocando ci si aspetta che possa ancora salire in classifica e migliorare ulteriormente. Oggi Sinner riesce a fare bene anche cose per cui non sembrava affatto portato, e questo fa pensare che possa ancora completare il suo gioco.
Alla posizione numero 17 Sinner era sceso dopo un anno complicato: il 2022 era cominciato con la separazione dallo storico allenatore Riccardo Piatti, quello che lo aveva cresciuto e portato ad alti livelli. Era stata una scelta molto criticata: nei mesi successivi Sinner aveva avuto diversi problemi fisici che lo avevano costretto a ritirarsi da tornei importanti, e molti soprattutto in Italia avevano attribuito il suo scarso rendimento proprio al cambio di allenatore.
A fine stagione aveva comunque raggiunto i quarti di finale in tre dei quattro Slam, i tornei più importanti del tennis: un risultato che sarebbe stato molto buono per qualunque tennista, ma considerato deludente per il livello delle aspettative su Sinner. In questo ha influito anche la contemporanea affermazione dello spagnolo Carlos Alcaraz, che insieme a Sinner era considerato il giovane più promettente del circuito maschile: Alcaraz ha due anni in meno di Sinner ma è arrivato prima di lui a ottenere grandi risultati, e questo aveva messo ulteriori pressioni sull’italiano. Alla fine del 2022 L’Équipe, rispettatissimo quotidiano sportivo francese, aveva indicato Sinner come la più grande delusione dell’anno.
L’attuale allenatore di Sinner è Simone Vagnozzi, aiutato dall’australiano Darren Cahill nel ruolo di “supercoach”, una specie di consigliere esperto. Oltre a essere stato un tennista di discreto livello, Cahill ha già allenato diversi tennisti molto vincenti, come Lleyton Hewitt e Andre Agassi.
Anche se non ha mai spiegato chiaramente le ragioni del cambio di allenatore, in varie interviste si era capito che Sinner voleva provare a rendere il suo gioco più vario e imprevedibile: fino a quel momento aveva stupito per la capacità di tirare colpi molto forti e precisi da fondo campo, con un ritmo che per molti tennisti era insostenibile; quando incontrava tennisti di più alto livello però quel gioco si dimostrava meno efficace, ed emergevano più facilmente i suoi difetti.
Per capire come in tempi recenti sia molto cambiata la rilevanza di Sinner nel tennis mondiale si può guardare un dato: prima del 2023 il suo record nelle partite giocate contro i primi dieci tennisti del mondo era di 9 vittorie e 21 sconfitte. Con la vittoria agli Australian Open invece Sinner ha vinto 10 delle ultime 11 partite che ha giocato contro tennisti tra i primi 5 della classifica mondiale.
Per oltre un anno dopo aver cambiato allenatore Sinner ha sbagliato molto durante le partite, almeno per il suo livello, ma lui stesso ripeteva nelle interviste che lo faceva con una certa consapevolezza, cercando di abituarsi a giocare in un modo diverso rispetto al passato, più “rischioso” e con colpi che fino a quel momento non gli riuscivano. Non era raro vedere Sinner sbagliare diverse smorzate in una partita (cioè i colpi corti e a effetto con un rimbalzo all’indietro), oppure diversi colpi al volo vicino alla rete, a cui spesso si avvicinava con un tempismo sbagliato.
Nell’ultimo anno e mezzo peraltro Sinner ha cambiato due volte modo di servire: il “servizio” è il colpo con cui comincia ogni punto nel tennis, e farlo bene è considerato fondamentale, perché statisticamente dà dei vantaggi a chi lo gioca e aumenta la probabilità di vincere il punto. Attualmente Sinner ha ancora diversi problemi al servizio, ma lo ha migliorato molto, rendendolo una parte del suo gioco molto utile per uscire da situazioni di difficoltà.
Sono tutti elementi che spiegano come Sinner abbia provato con una certa insistenza a migliorarsi, accettando di avere per un periodo risultati inferiori alle sue possibilità per provare a diventare un tennista più completo.
Oggi è piuttosto evidente che questo lavoro abbia dato i suoi risultati, anche perché nel 2023 la sua crescita è stata costante. A luglio era arrivato in semifinale a Wimbledon, lo Slam che si gioca sull’erba in Inghilterra, perdendo contro il serbo Novak Djokovic, che nonostante abbia 36 anni è attualmente il numero 1 del ranking mondiale ed è sempre considerato il tennista da battere nei tornei più importanti. Ad agosto poi Sinner aveva vinto il primo torneo Masters 1000 della sua carriera, la categoria più importante dopo gli Slam, e da quel momento sembra aver raggiunto una consapevolezza diversa.
In quel periodo era stato anche duramente criticato per non aver partecipato agli incontri di qualificazione per le finali di Coppa Davis, il principale torneo a squadre per nazionali: Sinner veniva da un periodo con molte partite e aveva qualche problema fisico, perciò aveva deciso di saltare la convocazione promettendo di tornare per la fase finale. La scelta aveva provocato molte polemiche, a cui lui non ha mai risposto in alcun modo, contribuendo di fatto a smorzarle. Aveva però continuato a lavorare e dopo un periodo di riposo era tornato visibilmente più in forma. Due mesi dopo sarebbe stato decisivo nella vittoria italiana della Coppa Davis.
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A ottobre Sinner aveva vinto altri due tornei, a Pechino e Vienna, battendo entrambe le volte in finale il russo Daniil Medvedev, contro cui aveva sempre perso nei 6 incontri precedenti. Aveva poi battuto di nuovo Medvedev anche alle ATP Finals, il torneo di fine anno tra i migliori otto tennisti della stagione. Di Medvedev si diceva spesso che fosse per Sinner il più difficile da battere, perché il suo modo di giocare lo metteva da sempre in grande difficoltà e ne accentuava i punti deboli. Si è visto anche nella finale degli Australian Open, in cui Sinner per un bel pezzo di partita è stato estremamente in difficoltà: ha perso i primi due set, poi è riuscito a rimontare (si gioca al meglio dei 5).
Per arrivare a batterlo, già la prima volta Sinner aveva dovuto cambiare il proprio modo di giocare e la sua tattica all’interno della partita, dimostrando una grande capacità di adattamento. Aveva inserito più “variazioni” nel suo gioco, cioè aveva fatto cose diverse dai suoi soliti colpi potenti da fondo campo, andando con più continuità ed efficacia vicino alla rete per chiudere il punto prima che gli scambi diventassero troppo lunghi, una situazione in cui Medvedev è invece molto a suo agio.
Alle ATP Finals Sinner era riuscito per la prima volta in carriera anche a battere Djokovic con una prestazione notevole, ma in una partita della fase a gironi: i due si erano incontrati di nuovo in finale e aveva vinto Djokovic, ma il livello di Sinner non era sembrato troppo distante da quello del serbo, che è il più vincente tennista di sempre ed è considerato uno dei più forti della storia.
La migliore prestazione del 2023 Sinner l’ha tirata fuori di nuovo contro Djokovic, ma in Coppa Davis. Italia e Serbia si erano incontrate in semifinale e se Sinner avesse perso contro Djokovic l’Italia non sarebbe andata in finale e non avrebbe potuto vincere il torneo.
Sinner invece era riuscito a battere Djokovic, ma soprattutto lo aveva fatto in un modo che molti considerano un punto di svolta nella sua consapevolezza di tennista di altissimo livello. Nel terzo e decisivo set Djokovic aveva avuto tre match point, cioè tre possibilità per fare il punto che sarebbe valso la vittoria. Sinner li aveva annullati tutti e tre, diventando il primo giocatore nella storia a riuscirci contro Djokovic, e dopo quei tre punti aveva vinto la partita. È anche grazie a passaggi come questo che ha acquisito la sicurezza per giocare in tranquillità anche in momenti molto complicati, come è successo dopo che aveva perso due set nella finale degli Australian Open contro Medvedev.
In case you missed it…
The first player to win after three consecutive Novak Djokovic match points 🫡#DavisCupFinals | @federtennis pic.twitter.com/9CS5Z64nFW
— Davis Cup (@DavisCup) November 25, 2023
Dopo la pausa di fine stagione, all’inizio di questo 2024 Sinner era probabilmente il tennista più atteso, perché esperti e appassionati si chiedevano se sarebbe riuscito a confermare il livello visto negli ultimi mesi dell’anno passato. Agli Australian Open fino alle semifinali era stato l’unico tennista a non perdere nemmeno un set, la suddivisione principale di un incontro di tennis: negli Slam maschili si gioca al meglio dei 5 set, cioè vince il primo che arriva a tre, e perciò è abbastanza frequente che se ne perda almeno uno.
Ai quarti di finale ha battuto in modo molto netto il russo Andrej Rublev, che lo segue solo di una posizione nel ranking mondiale ma è sembrato di un livello molto inferiore rispetto a Sinner. In semifinale poi è riuscito di nuovo a battere Djokovic, per la terza volta negli ultimi quattro incontri. In finale ha battuto Medvedev per la quarta partita consecutiva, che era anche la più importante.