Cos’è e cosa fa l’UNRWA
Cioè l'agenzia dell'ONU per i profughi palestinesi a cui diversi paesi stanno togliendo i finanziamenti, dopo che Israele l'ha accusata di avere legami con Hamas
Recentemente diversi paesi occidentali hanno annunciato di aver sospeso i finanziamenti all’UNRWA, l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di fornire assistenza umanitaria ai profughi palestinesi, in attesa dei risultati di un’indagine sul presunto ruolo di alcuni suoi dipendenti negli attacchi di Hamas del 7 ottobre contro i civili israeliani. Le accuse erano state sollevate nei giorni scorsi da alcuni funzionari israeliani. L’UNRWA è un’organizzazione dalla storia lunga e complicata, e non è la prima volta che le vengono sospesi i finanziamenti.
Il suo nome completo è Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi nel vicino oriente, ma è nota anche in Italia con il suo acronimo inglese UNRWA. È separata dall’UNHCR, l’agenzia dell’ONU per i rifugiati, che si occupa di tutti gli altri rifugiati nel resto del mondo. Dal 1949 fornisce assistenza umanitaria ai palestinesi che hanno lasciato le proprie case o vivono nei campi profughi in Israele, nei territori palestinesi di Gaza e della Cisgiordania e nei paesi vicini (principalmente Siria, Giordania e Libano).
Dopo la prima guerra fra Israele e diversi paesi arabi nel 1948 circa 700mila palestinesi dovettero lasciare le proprie case, occupate da Israele. Queste persone e i loro discendenti in molti casi vivono ancora nei campi profughi, che nel tempo si sono in parte consolidati: contrariamente all’immaginario comune sui “campi profughi”, quelli palestinesi hanno anche decine di migliaia di abitanti ed edifici in muratura, ma mancano comunque di moltissimi servizi essenziali, e le condizioni di vita sono estremamente precarie. L’UNRWA li definisce «masse ipercongestionate di edifici a più piani con vicoli stretti, fra gli ambienti urbani più densamente popolati al mondo». Alcuni campi profughi furono creati dopo la Guerra dei sei giorni, nel 1967.
Oggi ci sono circa 5,9 milioni di palestinesi registrati come profughi presso l’UNRWA. Il mandato iniziale dell’agenzia era di fornire assistenza nel trovare lavoro (come dice il nome) e sostegno diretto ai profughi, ma nel tempo le sue operazioni si sono molto ampliate. Oggi l’agenzia si occupa di fornire cibo, acqua, istruzione, sanità e altri servizi sociali, e inoltre cura in parte le infrastrutture dei campi profughi.
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Al momento impiega circa 30mila dipendenti: quasi tutti sono a loro volta profughi palestinesi, mentre una piccola parte proviene da altri paesi. Le accuse di partecipazione agli attacchi del 7 ottobre riguardano 12 dipendenti. Al momento non è chiaro cosa abbiano fatto per essere «coinvolti» negli attacchi, né che ruolo avessero nell’agenzia, che però ha fatto sapere di aver aperto un’indagine interna.
Nella Striscia di Gaza ci sono 1,7 milioni di palestinesi registrati come profughi, su una popolazione di circa 2 milioni. L’UNRWA dà lavoro a circa 13mila persone nella Striscia, che la rende uno dei principali datori di lavoro del territorio. Nei campi profughi la disoccupazione – alta anche nel resto del territorio – tocca il 46 per cento e l’UNRWA stima che oltre l’80 per cento della popolazione viva sotto la soglia di povertà e dipenda dagli aiuti dell’agenzia per sopravvivere e accedere ai servizi di base. La situazione si è solo aggravata con l’inizio del conflitto fra Hamas e Israele, che dal 7 ottobre bombarda costantemente e in parte occupa militarmente il territorio della Striscia.
Dopo il 7 ottobre l’UNRWA ha allestito ripari di fortuna nelle cliniche, nelle scuole e negli altri edifici di sua proprietà per dare rifugio alla popolazione di Gaza. Il 90 per cento delle persone della Striscia ha dovuto lasciare le proprie case, e più di 25mila persone sono state uccise, secondo i dati del ministero della salute di Gaza. Tra questi c’erano anche circa 150 dipendenti dell’UNRWA.
I finanziamenti dei paesi stranieri sono la principale fonte di sostegno finanziario dell’UNRWA: le loro donazioni nel 2022 costituivano il 99,4 per cento del suo budget annuale. Nello stesso anno l’agenzia aveva raccolto circa un miliardo di euro: quasi la metà di questi, 470 milioni, proveniva dai governi dei paesi membri dell’Unione Europea e dalla Commissione Europea. Sempre nel 2022 il singolo paese che ha donato più soldi sono stati gli Stati Uniti, con l’equivalente di 316 milioni di euro, seguiti dalla Germania con 185 milioni di euro. Entrambi in questi giorni hanno annunciato di aver sospeso i finanziamenti. Altri finanziatori importanti sono il Giappone, l’Arabia Saudita e la Turchia.
Non è la prima volta che le critiche all’UNRWA portano a interrompere i suoi finanziamenti. Lo avevano fatto gli Stati Uniti nel 2018: al tempo l’amministrazione di Donald Trump aveva definito l’UNRWA «un’operazione irrimediabilmente imperfetta». Nel 2019 la Svizzera, il Belgio e i Paesi Bassi avevano fatto lo stesso perché un’indagine interna all’agenzia aveva evidenziato casi di cattiva gestione, abuso di autorità ad alti livelli, nepotismo e discriminazioni messe in atto «per guadagno personale, per sopprimere il legittimo dissenso e per raggiungere altrimenti i propri obiettivi individuali». Tutti questi paesi avevano poi deciso di ripristinare i finanziamenti.
Negli anni la stessa definizione di “profughi palestinesi” è stata oggetto di discussioni e dispute politiche, perché continuano a essere definite “profughi” persone che sono nate e vivono in insediamenti che nei fatti sono permanenti. Questo status è riconosciuto a «tutte le persone la cui residenza abituale fosse in Palestina fra il 1° giugno 1946 e il 15 maggio 1948», nonché ai loro figli, nipoti e discendenti per linea paterna. L’UNRWA si è quindi occupata di varie generazioni di profughi palestinesi, che oggi in larga parte sono nati nei campi profughi.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ripetutamente chiesto alle Nazioni Unite di abolire l’UNRWA, che secondo lui alimenta la precarietà dei profughi anziché alleviarla, e di smettere di considerare come profughi le persone nate fuori da Israele. L’UNRWA è stata inoltre accusata da Israele di collaborare con Hamas: dovendo operare nella Striscia di Gaza, governata dal gruppo radicale dal 2007, in molti casi l’agenzia è obbligata a lavorare a stretto contatto con Hamas, considerata da Israele un’organizzazione terroristica. Ciononostante l’entità della loro collaborazione è molto discussa: l’UNRWA però ha ripetutamente preso le distanze dai metodi di Hamas e condannato le violenze contro gli israeliani.
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