La prima condanna a morte con l’ipossia da azoto al mondo
È stata eseguita in Alabama, negli Stati Uniti, con un metodo che secondo alcuni è tortura
Nella notte tra giovedì e venerdì in un carcere di Atmore, in Alabama, negli Stati Uniti, è stata eseguita la prima condanna a morte al mondo con il metodo dell’ipossia da azoto. Al detenuto, Kenneth Eugene Smith, è stata fatta indossare una maschera facciale da cui ha respirato azoto: è morto per privazione di ossigeno alle 20:25 locali (le 3:25 italiane). Smith aveva 58 anni ed era stato condannato per avere ucciso insieme a un’altra persona Elizabeth Sennett, una donna di 45 anni, nel 1988.
Negli ultimi giorni il caso di Smith era stato molto commentato dalla stampa statunitense. Erano stati espressi forti dubbi riguardo alle implicazioni etiche e sanitarie legate al metodo dell’ipossia da azoto, considerato contrario ai diritti umani da diverse organizzazioni non governative e anche dalle Nazioni Unite, secondo cui uccidere Smith attraverso questo metodo sarebbe equivalso a tortura.
Cinque giornalisti hanno assistito all’esecuzione di Smith, durata 22 minuti: Smith sarebbe rimasto cosciente per diversi minuti e per almeno due si sarebbe agitato e contorto sulla barella, tirando le cinghie con cui era legato. Dopo alcuni minuti il respiro si sarebbe fatto pesante e poi interrotto.
Nella sua ultima dichiarazione prima dell’esecuzione della sua condanna a morte, Smith ha detto: «Stasera l’Alabama fa fare all’umanità un passo indietro».
La governatrice dell’Alabama, la Repubblicana Kay Ivey, che non era presente all’esecuzione nonostante fosse stata invitata, ha confermato la morte di Smith in un comunicato in cui ha detto che «Smith ha risposto dei suoi orrendi crimini». Ivey ha poi aggiunto di pregare affinché la famiglia di Elizabeth Sennett, la donna uccisa da Smith nel 1988, possa «chiudere questa vicenda dopo tutti questi anni passati ad affrontare una grande perdita».
La pratica dell’ipossia da azoto è legale negli Stati Uniti ma non era mai stata usata. Negli ultimi anni diversi stati americani hanno abolito la pena di morte: il governo dell’Alabama ha invece avviato una revisione delle procedure di attuazione, per assicurarsi che siano efficaci e funzionino meglio di prima.
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La condanna a morte di Smith con l’ipossia da azoto, in particolare, è stata effettuata dopo diversi fallimenti nell’attuazione di condanne a morte per prolungati errori nell’iniezione letale: negli ultimi mesi in più casi gli addetti alle esecuzioni avevano tentato per ore di inserire l’ago nelle braccia di condannati senza riuscirci. Questi fallimenti, combinati al fatto che il farmaco utilizzato per le iniezioni letali è sempre più difficile da trovare, hanno spinto il governo dell’Alabama a procedere con l’ipossia da azoto.
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Venerdì l’Unione Europea e le Nazioni Unite hanno criticato la decisione dell’Alabama di uccidere Smith con l’ipossia da azoto. «Si contorceva, e stava chiaramente soffrendo», ha detto Ravina Shamdasani, una portavoce dell’Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani, riferendosi a Smith. «Piuttosto che cercare metodi nuovi e non sperimentati per condannare le persone, mettiamo fine alla pena di morte, un anacronismo che non appartiene al ventunesimo secolo», ha aggiunto. L’ufficio diplomatico dell’Unione Europea ha definito il metodo dell’ipossia da azoto «particolarmente crudele e inusuale».