È stato approvato in via preliminare il decreto attuativo per la riforma dell’assistenza agli anziani
Giovedì il Consiglio dei ministri ha approvato in via preliminare il decreto attuativo di una legge delega approvata lo scorso anno sulla riforma dell’assistenza agli anziani: una legge delega non contiene tutti i dettagli del tema che intende trattare, ma è un testo con cui il parlamento stabilisce delle linee guida generali e attribuisce al governo il compito di farle diventare provvedimenti precisi tramite successivi decreti legislativi, come quello approvato dal Consiglio dei ministri giovedì. Il decreto stanzierà un miliardo di euro per avviare la riforma, attesa da tempo per riordinare prestazioni finora erogate in modo confuso dai vari enti coinvolti. È una riforma considerata particolarmente importante: il governo di Mario Draghi la inserì tra gli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR).
Il decreto dovrebbe prevedere molte misure per il benessere degli anziani, alcune per ora presentate in modo un po’ vago e senza molti dettagli: dalla promozione del turismo per chi ha più di 65 anni all’incentivo all’adozione di animali da compagnia, da corsi per l’alfabetizzazione digitale agli incentivi per il «turismo lento». Tra le misure più concrete ci sono invece il riordino e il potenziamento degli aiuti per gli anziani non autosufficienti, ossia per quelli in condizioni di salute così gravi da aver bisogno di assistenza costante. Tra queste ci sono: l’introduzione sperimentale per il 2025 e il 2026 di un’indennità per gli over 80 in gravi condizioni di salute e di indigenza; l’istituzione di un sistema nazionale per la popolazione anziana non autosufficiente, ossia un impianto strutturato di misure che potenzi quelle esistenti; la creazione di un comitato interministeriale per le politiche in favore della popolazione anziana, che assicuri un coordinamento a livello statale.
Nel 2021 secondo l’ISTAT, l’istituto italiano di statistica, gli anziani non autosufficienti erano circa 3,8 milioni, con un’età media di 82 anni e per la maggior parte donne. Tra le persone con più di 85 anni, solo il 13 per cento era completamente autonomo. Per queste non esiste un programma o una piattaforma dedicata e i servizi sono erogati in modo frammentato dalle aziende sanitarie, dai medici di base e dalle case di riposo.