Il TAR del Lazio ha respinto il ricorso del comune di Piombino contro il rigassificatore

Il rigassificatore di Piombino
Il rigassificatore di Piombino (ANSA/PAOLO BARLETTANI)

Il tribunale amministrativo del Lazio (TAR) ha respinto il ricorso presentato un anno fa dal comune di Piombino contro il rigassificatore installato nel porto e attivo dalla scorsa estate.

Il rigassificatore è una nave che serve a riportare allo stato gassoso il gas naturale liquefatto, in sigla GNL o LNG, e consente di comprare gas anche da paesi non collegati con un metanodotto. Snam, l’azienda che gestisce le reti del gas, ha installato il nuovo rigassificatore su spinta del governo per ridurre la dipendenza dalla Russia, da cui fino al 2021 l’Italia comprava la maggior parte del gas.

Il comune di Piombino, insieme a diversi comitati civici e ambientalisti, si è opposto all’installazione del rigassificatore nel porto con tenacia. Tra le altre cose l’amministrazione ha fatto un ricorso al tribunale contro la procedura di autorizzazione, molto più rapida rispetto alla norma per mettere in funzione l’impianto il prima possibile. I giudici hanno dato ragione allo Stato e a SNAM: la procedura è stata corretta, e per questo il comune è stato condannato a pagare 90mila euro per le spese processuali. Le associazioni ambientaliste WWF e Greenpeace e il sindacato USB dovranno pagare in tutto 15mila euro, sempre per le spese processuali.

Nei primi mesi di attività il rigassificatore ha immesso nella rete nazionale 1 miliardo di metri cubi di gas. Secondo i piani di SNAM, la nave rimarrà nel porto di Piombino ancora per due anni e mezzo prima del trasferimento definitivo nel mare al largo di Vado Ligure, in Liguria.

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