Il grande sciopero dei treni in Germania, il più lungo degli ultimi dieci anni
È iniziato oggi e durerà sei giorni, bloccherà sia i passeggeri che le merci ed è un problema anche per gli altri paesi europei
Alle 2 di notte di mercoledì è iniziato un grosso sciopero delle ferrovie tedesche, la Deutsche Bahn, che durerà sei giorni: i treni passeggeri non saranno in servizio fino a lunedì, mentre i treni merci avevano già interrotto l’attività alle 18 di ieri. Lo sciopero è il più lungo degli ultimi dieci anni e si prevede che provocherà moltissimi disagi non solo ai viaggiatori nazionali, come i pendolari e i turisti, ma anche alla viabilità europea. La Germania è infatti un punto di snodo assai importante: sei corridoi merci europei su dieci passano attraverso il paese, ed è possibile che si accumuleranno ritardi nelle consegne un po’ ovunque.
Lo sciopero è stato convocato dal sindacato dei ferrovieri, che si chiama GDL, ossia Gewerkschaft Deutscher Lokomotivführer, e rappresenta circa 40mila dipendenti delle ferrovie. Da tempo chiede il miglioramento delle condizioni di lavoro: la riduzione della settimana lavorativa da 38 a 35 ore senza alcuna riduzione della retribuzione, 550 euro in più al mese per i lavoratori, e un sistema di compensazione per l’inflazione da rinegoziare ogni 12 mesi.
Finora l’azienda non si è mostrata disposta a soddisfare le richieste e ha fatto una controfferta che non è stata reputata adeguata dai sindacati: la Deutsche Bahn li ha accusati di «tenere il paese in ostaggio» perché ulteriori tagli all’orario di lavoro aggraverebbero una carenza di lavoratori che sta mettendo in difficoltà il sistema ferroviario già da anni. La Deutsche Bahn è sotto pressione da tempo e non riesce ad assicurare la puntualità e la frequenza dei treni, per mancanza di fondi pubblici e proprio per la mancanza di personale.
L’azienda ha una struttura proprietaria insolita: è stata privatizzata negli anni Novanta dopo la riunificazione tedesca, e segue dunque le logiche e le leggi delle aziende private, ma rimane comunque sotto il controllo del governo, visto che è formalmente posseduta ancora dallo stato. Il capo del sindacato, Claus Weselsky, ha attribuito tutti i problemi dell’azienda alla decisione del governo di privatizzarla.
Nonostante l’aggravarsi della tensione tra il sindacato e l’azienda, la questione non è mai arrivata al governo del cancelliere Olaf Scholz, secondo cui non sarebbe appropriato per il governo tentare di risolvere una controversia di questo tipo. Lo sciopero arriva inoltre in un momento di grande impopolarità di Scholz, che secondo parte dell’opinione pubblica non è stato capace di gestire efficacemente l’aumento del costo della vita e la crisi economica che ha colpito l’industria tedesca.
In questo periodo il dibattito politico in Germania è molto acceso anche per altri due avvenimenti. Anzitutto dalle proteste degli agricoltori, che hanno bloccato le strade principali nelle città con i loro trattori per criticare le proposte del governo di eliminare gradualmente i sussidi sul carburante. Inoltre nel fine settimana ci sono state grandi manifestazioni per bandire il partito di estrema destra Afd, dopo che era uscita la notizia che alcuni suoi membri avevano discusso di piani per l’espulsione di massa degli stranieri.
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