La prima condanna per abusi commessi in Vaticano
La Corte d'Appello vaticana ha giudicato don Gabriele Martinelli colpevole di violenza sessuale nei confronti di un allievo del preseminario Pio X, di cui era tutore
La Corte di Appello del Vaticano ha condannato a 2 anni e 6 mesi don Gabriele Martinelli per “corruzione di minore”, cioè per abusi sessuali su un minore commessi tra il 2008 e il 2009 all’interno del preseminario Pio X. La Corte di Appello ha ribaltato la sentenza di primo grado che aveva assolto Martinelli per insufficienza di prove. È la prima sentenza di condanna per abusi commessi in Vaticano.
Il preseminario è un istituto di orientamento vocazionale che ogni anno accoglie ragazzi delle scuole medie e superiori provenienti dalle diocesi italiane e anche da molti paesi del mondo: si trova a palazzo San Carlo, in piazza Santa Marta, in Vaticano, ed è gestito dall’opera don Giovanni Folci di Como. I ragazzi ospitati dal preseminario vengono chiamati anche “chierichetti del papa” perché oltre a studiare curano il servizio liturgico di alcune messe celebrate in Vaticano, tra cui alcune funzioni celebrate dal papa. Nel periodo degli abusi contestati dall’accusa, Martinelli era un allievo del preseminario e negli anni era diventato una sorta di coordinatore dei “chierichetti del papa”, un ruolo ambito.
Le indagini nei suoi confronti erano iniziate nel 2017 in seguito alle testimonianze raccolte dal giornalista Gianluigi Nuzzi nel libro Peccato originale. Nuzzi intervistò Kamil Jarzembowski, polacco, compagno di stanza di un allievo vittima di abusi e di cui Martinelli era tutore. Entrato nel preseminario nell’estate del 2009, Jarzembowski assistette ad alcune violenze che tentò di denunciare inviando lettere a monsignori e prelati. Fu allontanato dal preseminario. Soltanto diversi anni dopo, nel 2016, incontrò Nuzzi a cui mostrò le denunce e fece ascoltare alcune registrazioni. Nel frattempo Martinelli era stato ordinato sacerdote.
Nel 2018, in seguito alle inchieste pubblicate sui giornali, l’allievo vittima di abusi decise di denunciare alla giustizia del Vaticano. La procura vaticana chiese il rinvio a giudizio di Martinelli nel 2019. Nonostante gli abusi fossero di diversi anni prima, il rinvio a giudizio fu possibile grazie un provvedimento preso da papa Francesco che rimosse il vincolo di improcedibilità: era un vincolo che impediva il processo in assenza della querela presentata dalla persona offesa entro un anno dai fatti contestati.
Secondo l’accusa, Martinelli usò «violenza e minaccia, sia in modo esplicito sia implicito, abusando dell’autorità che scaturiva dall’essere tutore» in quanto frequentatore più anziano del preseminario, incaricato dal rettore di occuparsi dell’attività dei preseminaristi. Avrebbe quindi abusato della «relazione di fiducia» costruita sulla base del suo ruolo, e costretto «più volte e per più anni, in giorni, tempi e luoghi diversi» la vittima «a congiunzione carnale».
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